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21 Dicembre 2016 - 16:35
Il sogno di entrare nel mondo dei calciatori professionisti è quantomai vivo per Umberto Vingiano, che da qualche giorno ha intrapreso una nuova avventura attraverso la quale potrebbe presto realizzare il suo desiderio più grande. Il ventenne centrocampista nato e cresciuto a Ciriè è stato infatti ingaggiato dal Varese, nobile decaduta del calcio italiano che attualmente occupa la prima posizione (a braccetto con il Chieri) del girone A del campionato di Serie D. Proprio quel campionato che due stagioni fa lo vide esordire con la maglia della Pro Settimo Eureka e che, l’anno scorso, riuscì addirittura a vincere tra le fila dello Sporting Bellinzago. Il professionismo era lì ad un passo, ma il fallimento della società novarese costrinse a cambiare drasticamente i piani di Umberto, il quale non ha desistito e in estate ha ripreso ad inseguire il suo sogno partendo dal Seregno (Serie D, girone B), dove ha collezionato 11 presenze. Fino alla chiamata del Varese, alla quale ha risposto senza alcuna esitazione.
Mercoledì scorso è stato il giorno della presentazione ufficiale di Vingiano alla stampa. Un rituale quasi scontato da quelle parti, ma decisamente insolito per Umberto: “Sono rimasto stupito nel vedere il mio nome sull’armadietto dello spogliatoio - ammette il giovane ciriacese -. Alla festa di Natale i tifosi mi hanno salutato e fatto i complimenti, poi le interviste… Sinceramente non ero abituato ad avere tutte queste attenzioni. Tutto un altro pianeta rispetto alle esperienze precedenti”. La sensazione è quella di essere approdato in una realtà in cui si comincia davvero a respirare l’aria del professionismo. “Il direttore sportivo del Varese mi aveva già contattato in estate, ma poi avevo optato per Seregno. Non potevo lasciarmi nuovamente scappare questa occasione. Ne sono veramente onorato e mi sono anche sentito importante. Ho trovato un gruppo bellissimo, un ambiente fantastico, un allenatore esigente come Ciccio Baiano e un impianto davvero stupendo. Ora dipenderà tutto da me. A Seregno ci sono un po’ rimasti male per questa mia scelta, ma so che non me ne pentirò, anche perché ho lasciato un ambiente non proprio sereno”. Vingiano, che ha mosso i primi passi nel Ciriè prima delle esperienze nelle giovanili di Torino e Pro Vercelli, è il prototipo del centrocampista moderno: un mediano atipico, eclettico, capace di giocare in mezzo al campo, sugli esterni o a ridosso delle punte. La migliore definizione, però, la fornisce lui stesso presentandosi ai nuovi tifosi: “Sono aggressivo, ma ho anche una buona tecnica di base. Sono mancino, ho giocato sia davanti alla difesa, sia col centrocampo a due che come mezzala nel centrocampo a tre. Sono un tuttocampista”. Un tuttocampista che si ispira a Vidal e Wilshere e sa con quali caratteristiche si vince un campionato di Serie D. “Con la fame - rivela schietto Vingiano -. Lo scorso anno al Bellinzago avevamo una buona qualità, ma altre squadre erano più forti di noi; a fare la differenza sono state la cattiveria e il gruppo”. L’obiettivo è ovviamente uno solo: vincere ancora. Con la speranza che, eventualmente, la società non sparisca dai radar come successo l’anno scorso. “A Varese non credo proprio possa capitare una cosa del genere. Giocare tra i professionisti sarebbe davvero un sogno, ma qui è come se lo fossi già”. Domenica 18 dicembre resterà una data da ricordare: quella dell’esordio da titolare al “Franco Ossola” con la maglia del Varese nel successo (2-0 contro il Verbania) he è valso ai biancorossi il primato. “Grandissima emozione - conclude Umberto -, abbiamo giocato davanti a 2000 spettatori. Un ambiente incredibile, qui sono rimasti ai tempi della Serie B....”. Un gradino alla volta, il sogno di Umberto Vingiano è sempre più vicino dal concretizzarsi.
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