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CALCIO. Ursillo contro Pollastrini: “Mi hai causato un danno”

Avrebbe dovuto essere la conferenza stampa della pace, del possibile nuovo inizio fra Settimo e Pro Settimo Eureka, ma non è andata proprio così. E se non è andata così la ragione si chiama Emiddio Ursillo che, pur con toni cortesi, ha fatto barba e capelli alla sua controparte della Pro, Marco Pollastrini, di fatto accusandolo di aver mosso mari e monti per fondere le due società salvo poi tirarsi indietro all'ultimo. “Mi hai causato un danno, non ci ho dormito la notte”, ha sottolineato Ursillo. Le premesse sono note: Settimo e Pro Eureka avrebbero dovuto fondersi e hanno passato gli ultimi mesi a trattare i dettagli dell'operazione. Il Comune spingeva fortemente per la fusione e l'accordo sembrava chiuso. Poi, un mese fa, è saltato il banco, con grande disappunto di tutti, a partire dall'assessore Ghisaura, la cui reazione (“senza fusione non faremo più il campo sintetico che ci chiedevano le società”) ha scatenato aspre polemiche politiche. La più rumorosa l'ha messa in piedi Giorgio Chiarle, che da consigliere comunale e da dirigente della Pro, a mezzo stampa ha accusato Ghisaura di ricattare le società. La conferenza stampa di mercoledì scorso a questo avrebbe dovuto servire: a scaricare il Comune dalle accuse incrociate. E fino a un certo punto è andata così. “Ho fortemente tifato per la fusione, è vero – ha esordito Ghisaura –, ma non ho mai preso le pistole né minacciato nessuno, chi lo dice non sa di cosa parla”. Ghisaura ha smentito che tutta l'operazione fosse partita dal Comune (che per motivi urbanistici ha interesse a eliminare uno dei campi settimesi, il Sattin). “Tutto è nato da una richiesta di Pollastrini, che una mattina mi ha chiesto se gli davo una mano a incontrare i vertici del Settimo per ipotizzare una fusione”. Il presidente dei biancocerchiati ha confermato e si è preso anche la responsabilità di aver stoppato il tutto, “perchè abbiamo avuto difficoltà a mettere d'accordo i ragazzi, i genitori, i dirigenti”. Ma poi è intervenuto Ursillo con un tackle ruvido al limite del cartellino. “Io all'inizio questa fusione non la volevo fare – ha esordito –, ma poi mi hanno convinto ed ero pronto ad andare dal notaio e a firmare. A quel punto Marco si è tirato indietro. Così non mi sta bene. Chi si è messo contro questa fusione – ha accusato Ursillo riferendosi in particolare ai dirigenti - l'ha fatto solo per proteggere il suo posto e da queste persone non bisogna farsi influenzare. Al Settimo comando io: se la fusione fa bene alla città dobbiamo sederci e farla. Marco, quando sei convinto chiamami e la facciamo, anche in un mese. Ma devi essere convinto. Perchè poi tutto si aggiusta: tutti i ragazzi sarebbero stati salvaguardati, nessuno sarebbe rimasto senza squadra. È vero che nessuno ci ha ricattati, perchè a me nessuno mi ricatta, ma è anche vero che io ho avuto un danno, più che altro interno alla mia società. Non ho dormito una notte perchè con i miei ci avevo messo la faccia. Io non voglio più riunioni, non voglio più parlare con nessuno che non sia Marco Pollastrini”. Pollastrini, ha tentato di parare il colpo con diplomazia. Ha spiegato di essersi fermato “dopo un'attenta riflessione. È vero che siamo noi a decidere, ma le società vanno avanti perchè ci sono molte persone a gestirle. Io non avrei avuto il tempo di risolvere in prima persona tutti i problemi che avrebbe comportato la fusione. In passato ci sono anche stati tentativi di unioni che hanno creato solo confusione e sono naufragate dopo un anno. Siamo noi a comandare, ma la base deve essere convinta”. A chi gli chiedeva quanto ha inciso nel naufragio dell'operazione il parere di suo papà, il presidente onorario Dante Pollastrini, il patron ha risposto: “Nulla. Ho un grande rispetto per quanto hanno fatto mio padre e Dominietto (l'altro presidente onorario), ma la responsabilità del passo indietro è mia”. Ghisaura ha tentato di metterci una pezza: “Ha ragione Ursillo quando dice che le fusioni si fanno in tre giorni, ma ha ragione Pollastrini quando dice che non si possono trascurare le basi”. Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma, del resto il Comune non ha accantonato le speranze di mandare in porto la fusione. Il discorso non è archiviato. Anzi, è praticamente certo che fra poco tempo, forse già l'anno prossimo, si tornerà alla carica, considerato che il matrimonio lo vogliono tutti i “colonnelli” che hanno solo il problema di farlo digerire alle truppe. Probabilmente ci riusciranno e tutto il teatrino di quest'anno se non altro un effetto l'ha avuto: dimostrare che pensare una squadra unica di Settimo non è una bestemmia. Certo, poi resta da capire come faranno due tipi agli antipodi come Ursillo e Pollastrini a gestire insieme una società. Viste le premesse, potrà succedere di tutto.
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