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CALCIO. JUNIORES. Settimo, Ambrosini è raggiante

“Ci devono uccidere, perchè se ci feriscono diventiamo ancora più forti”. Stefano Ambrosini alla vigilia si era espresso così, ben conoscendo le qualità dei suoi ragazzi. Quelle di un gruppo che non molla mai e che nella semifinale di ritorno è sceso in campo con il coltello tra i denti, con il solo obiettivo di portare a casa l’ennesimo scalpo di una stagione straordinaria.  “Dal punto di vista dello spettacolo non è stata certo una grande gara, ma per chi ama la ‘garra’ è stata un capolavoro - commenta il tecnico -. Siamo cresciuti molto in questa stagione anche sotto questo aspetto, perché per le qualità che dispone il gruppo abbiamo sempre cercato di prediligere la tecnica. Sono contento di come i ragazzi hanno interpretato la gara: è stata preparata sulla gestione delle seconde palle, perché sapevamo che sulle prime non l’avremmo spuntata facilmente”. Ambrosini andrà a Firenze a giocarsi lo Scudetto contro la Vigor Perconti campione in carica: una sfida dall’indiscusso fascino da vivere intensamente fino alla fine: “Loro sono i favoriti, e non potrebbe essere altrimenti, ma ce la giocheremo anche contro di loro e dovranno dimostrare sul campo di essere più forti di noi; se lo saranno gli stringeremo la mano e gli diremo ‘bravi’”. In vista dell’11 giugno l’allenatore proverà a far recuperare le energie psicofisiche ai suoi ragazzi che nell’ultimo periodo hanno speso davvero tanto. Unico assente della finalissima di Firenze sarà Davide Barbati, punto fermo tanto della Prima Squadra quanto della Juniores, punito con un cartellino giallo che gli è costata la squalifica: “Voglio fare un plauso a Barbati che, diffidato, proprio dopo il cartellino giallo che gli negava la gioia della finale ha comunque aiutato la squadra in uno dei momenti più difficili della partita”. Elogi alla Juniores anche dal ds Scaccia: “Il successo di questo gruppo non è una cosa improvvisata ma parte da lontano. Il merito è senz’altro di Ambrosini, dei ragazzi, ma anche del dirigente Gaetano, che ha sempre seguito la squadra facendola crescere”.

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