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11 Maggio 2016 - 09:03
Miracolo sportivo, impresa, favola. Chiamatela come volete, ma la sostanza non cambia. Il Settimo getta ancora una volta il classico cuore oltre l’ostacolo e non fallisce l’appuntamento con la sfida che vale un’intera stagione. La squadra di Cristian Viola sovverte ogni pronostico della vigilia e vincendo 1-0 il playout con il San Domenico Savio Rocchetta conquista una salvezza più che meritata, mettendo a tacere tutte le voci di chi vedeva le violette retrocesse già ad inizio stagione. Sul sintetico di Alba il Settimo non aveva altra possibilità che la vittoria e successo è stato, grazie al siluro di Zanellato che ha fatto esplodere la torcida viola. Una gara di sofferenza, proprio come è stata la stagione del Settimo, vissuta costantemente nei bassifondi della classifica senza però mai affondare. È l’indole di questa squadra, che ha saputo fare gruppo nei momenti di maggior difficoltà respingendo ogni sorta di critica e prendendosi una grossa rivincita nei confronti dei tanti che non avrebbero scommesso un centesimo sulla permanenza in Eccellenza. Chi ci ha invece sempre creduto è lo stesso Viola, che avrebbe sperato di meglio per la sua prima esperienza da allenatore ma che, al contempo, ha saputo adeguarsi alle situazioni senza mai lamentarsi, conoscendo una sola ricetta vincente: quella del lavoro. “Abbiamo fatto qualcosa di unico e strepitoso, che vale più della vittoria di un campionato - commenta l’allenatore del Settimo -. La scorsa estate quando sono stato chiamato a sedermi in panchina sapevo che sarebbe stata un’annata difficile. Siamo la squadra che ha speso meno di tutte le altre, compreso anche il girone A, e l’unica che ha avuto il coraggio di far esordire undici giocatori del ‘98. Tutto questo senza ricambi adeguati e con calciatori inesperti, la maggior parte dei quali non aveva mai affrontato una categoria così complicata. Sapevo che sarebbe andata così e non nascondo di essere stato lasciato da solo in più di un’occasione, ma ero consapevole delle potenzialità dei miei ragazzi, a cui va tutto il merito per aver raggiunto questa salvezza. Il playout è stato l’emblema della nostra stagione, sempre in difficoltà, e non è un caso che a deciderla sia stato un difensore centrale... Abbiamo lavorato tutto l’anno in condizioni critiche e sfido chiunque a fare lo stesso. Questa salvezza la dedico ai gufi e a tutti gli ‘intenditori’ che hanno parlato tanto, senza conoscere le vere dinamiche”.
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