L'unica nota stonata sono state le scritte dentro e fuori lo stadio. Fra tutte quel "10-100-100 Raciti" ma anche "Ciro boom" scritte sui muri del Portuense. Ma a Roma una settimana dopo la violenza di Tor di Quinto il dispositivo di sicurezza ha retto. La zona dell'Olimpico sorvegliata speciale, bus degli juventini scortati, gli itinerari dei supporter ospiti presidiati e appelli dal ministro Alfano fino al sindaco Marino "a isolare le mele marce". Queste le misure messe in campo, assieme a 2500 agenti, per non replicare i fatti di violenza della scorsa settimana quando il prepartita della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli è stato funestato da colpi di pistola contro tre tifosi napoletani di cui uno, Ciro Esposito, ferito gravemente. La parola d'ordine in Questura, dopo la folle violenza di sabato scorso, era evitare il contatto tra tifoserie avversarie ma soprattutto monitorare possibili infiltrati o gruppi di alleanze tra supporter per mettere in atto vendette contro i romanisti. Il rischio, nonostante le rassicurazioni, era altissimo tanto che il dispositivo di sicurezza messo in campo era massiccio: 2500 agenti, quasi mille in più dell'ordinario, 530 steward allo stadio, agenti in borghese per segnalare eventuali focolai, e un'intensa attività di intelligence. I controlli si sono intensificati già dalle 14, prima ancora dell'apertura dei cancelli alle 15.45: per motivi di sicurezza la partita, prevista per le 20.30, era stata anticipata. Con l'apertura dei cancelli sono scattati anche i filtraggi e prefiltraggi, oggi più attenti del solito. E proprio per evitare il rischio infiltrati sono stati i caselli autostradali e le stazioni. ''La nostra vigilanza è alta, il servizio di ordine pubblico è stato dispiegato al meglio delle nostre possibilità'', aveva garantito il ministro dell'Interno, Angelino Alfano che aveva lanciato un appello "alla tifoseria di continuare a godersi lo spettacolo e non farsi infiltrare dalle mele marce, da cialtroni e da violenti che si travestono da tifosi, noi abbiamo lo scopo di riprenderci in mano il pallone e restituirlo alle famiglie". Il sindaco Marino aveva auspicato "una serata di festa". Solo le scritte sui muri o sugli striscioni all'Olimpico testimoniano di un clima che poteva scatenare ancora violenza. "Daniele libero", "Roma difende Roma" e "Ciro boom!", gli slogan accompagnati dal simbolo della croce celtica trovati in mattinata al Portuense e a Circonvallazione Giancolense, un chiaro riferimento a Daniele De Santis, l'ex ultrà giallorosso, arrestato perché ritenuto colui che ha sparato contro Ciro Esposito. Poco prima della partita cinque tifosi romanisti sono stati sorpresi a scavalcare il settore assegnato: per loro è scattato il Daspo.
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