La Juventus non è mai stata così lontana: nei ricavi, nella programmazione e in classifica. Lo dimostrano i numeri: il Milan fattura meno della metà e ha un rosso monstre da 146 milioni (più del triplo dei rivali), negli otto viaggi allo Stadium ha sempre perso e in questo complicato avvio di campionato ha già raccolto 16 punti di distacco in 11 gare. Eppure Stefano Pioli non mostra certo un atteggiamento arrendevole e chiede di giocarsela "a testa alta": la Juventus sarà pure "dominante" e "completa" ma sarà compito del Milan evidenziare e sfruttare i loro "punti deboli" perché "la squadra perfetta" non esiste. Il tecnico, intanto, stravolge moduli e gerarchie: difesa a tre ("è una possibilità", con Duarte-Romagnoli-Rodriguez) per liberare Conti e Hernandez sulle corsie esterne, torna Suso nel tridente e Kessie viene addirittura escluso dai convocati "per scelta tecnica". L'ivoriano è fuori forma, come lui stesso ha evidenziato in un colloquio con Pioli dopo una settimana poco brillante, ma potrebbero essere stati un paio di lievi ritardi in allenamento a convincere il tecnico a non portarlo nemmeno a Torino. Pioli non vuole sentire parlare di impresa e non chiede la partita perfetta, ma pretende lucidità, attenzione per 95' e determinazione: "Ho visto dal vivo le gare della Juventus contro il Parma e la Fiorentina. Credo siano state le uniche in cui non è stata così dominante sul campo come poi è diventata. E' una squadra completa: ha fisicità, sa leggere le situazioni, ma dei punti deboli li hanno anche loro. Dobbiamo essere bravi a metterli in evidenza. Il Milan è pronto a lottare, combattere e non si arrende. Le gare iniziano tutte 0-0 e 11 contro 11". Il dubbio Ronaldo non lo rincuora, nella Juventus sono "pochi" i giocatori "normali" e tutti possono fare la differenza con un colpo da campione: "Lui è un fenomeno e se dobbiamo essere attenti contro i giocatori normali con lui dovremo esserlo ancora di più. Ronaldo è tra i più grandi di sempre, ha una media gol impressionante e un'ambizione incredibile". Ambizioso lo è anche Ibrahimovic ma Pioli non vuole sentire di parlare di mercato ("è un grande giocatore e professionista ma gennaio è molto lontano, siamo giovani ma non immaturi o inesperti") e invita Piatek e Leao a diventare un fattore: "Dobbiamo giocare dentro l'area avversaria per esaltare caratteristiche di Piatek. Leao è consapevole di non essere entrato con lo spirito giusto contro la Lazio, mi auguro abbia imparato la lezione e che la sua prossima prestazione sia di altro livello". Dopo quattro punti in quattro gare ("sono pochi, c'è rammarico perché ce la siamo giocata alla pari con tutti"), Pioli cerca la svolta contro la Juventus: nella gara più difficile, nel momento più difficile, contro l'avversario più difficile.
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