Fra chi spinge per la Super Champions e quindi per più match fra le grandi squadre europee, e chi vuole tutelare i campionati nazionali, entra nel vivo il dibattito sulla riforma del calcio nel Vecchio continente. "Più calcio europeo fa bene al gioco, per i tifosi, per la società, per lo sviluppo culturale, sportivo e finanziario", è uno dei principi fondamentali su cui punta l'Eca guidata dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che ha dato appuntamento ai suoi oltre 230 club a Malta il 6 e 7 giugno, per una nuova assemblea generale con all'ordine del giorno la discussione sul calendario calcistico dopo il 2024. E nel frattempo, con una lettera che l'ANSA ha potuto leggere, li ha esortati a non partecipare al meeting convocato un mese prima a Madrid dall'European Leagues, l'associazione delle leghe professionistiche europee. I punti di vista dei due fronti sono distanti. Le leghe puntano a proteggere l'equilibrio competitivo dei campionati nazionali, mentre Agnelli nella lettera ha indicato alcuni principi base per "lavorare con la Uefa per l'evoluzione delle competizioni europee". Fra questi, "più partite europee con qualità sportiva superiore e un contesto più competitivo a tutti i livelli", la necessità di un "sistema piramidale di lega pan europea con continuità e opportunità di crescita dall'interno", oltre a "una piattaforma inclusiva per tutti i club, basata sulla meritocrazia sportiva e non sul privilegio storico". "In questa prima fase è il momento giusto per interagire tra club - fa sapere l'Eca - in modo aperto e costruttivo per condividere le idee e dare una visione complessiva ed elaborata di tutto il processo". La presa di posizione di Agnelli ha indispettito l'European Leagues. "Le nostre leghe e i loro club sono grandi abbastanza da formulare i propri giudizi senza prendere 'ordini' dal presidente dell'Eca", ha attaccato il presidente Lars-Christer Olsson, replicando a quella che ha definito una "strana lettera". Olsson si è augurato di vedere i club a Madrid, sottolineando che "negli ultimi dieci anni tutte le decisioni sullo sviluppo del calcio europeo per club sono state un affare privato fra Eca e Uefa, senza l'inclusione di altri stakeholder. Il meeting di Madrid è molto importante e daremo a tutti i club l'opportunità di esprimersi".
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