Il "buongiorno" alla nuova stagione della Juventus, quella dell'assalto all'ottavo scudetto consecutivo e, naturalmente, alla Champions League, l'ha dato Emre Can, il primo acquisto di Marotta. Poche parole in italiano per il nuovo faro del centrocampo di Allegri, prima di tornare all'inglese e spiegare che ha scelto la Juve "per continuare a vincere", magari abbracciando il nome che alla Continassa, la nuova casa adiacente all'Allianz Stadium, è sulla bocca di tutti. "Ronaldo? Sarebbe grandioso" sorride Can, prima di trincerarsi dietro alle consuete frasi di circostanza, prudenza necessaria quando l'ufficialità è ancora lontana. Una stagione diversa da tutte le altre, iniziata nella nuova casa della Juventus, la Continassa, ma con la consueta voglia di vincere: "Si comincia. Come ogni anno conta solo il presente - il messaggio di Allegri -: il passato è in bacheca, dove c'è ancora spazio da riempire se lavoreremo bene". Il menù di benvenuto, o di bentornato per molti bianconeri, è una doppia seduta fino al 23 luglio, quando partiranno per la tournée negli Stati Uniti: con o senza Ronaldo è ancora difficile da intuire, più per i tempi che per la conclusione positiva della trattativa, e la giunta direttiva del Real Madrid di domani sarà decisiva per il futuro di CR7. "Penso che per qualunque giocatore sarebbe grandioso giocare con un grande come Cristiano Ronaldo - ammette Emre Can -. Onestamente non so se ci sono stati contatti tra il club e il giocatore, io sono concentrato sulle mie cose, ma ovviamente se arrivasse sarebbe sicuramente grandioso". L'arrivo di CR7 sarebbe il turbo nella corsa alla Champions League, obiettivo che la Juventus ed Emre Can, con la maglia del Liverpool, hanno sfiorato per tre volte negli ultimi quattro anni: "Il primo obiettivo credo debba essere il campionato, poi arriverà anche la Champions che la società insegue da 22-23 anni. Ecco perché mi trovo qui, insieme possiamo farcela, c'è una grandissima squadra. Il mio ruolo ideale è il centrocampista, posso giocare in diverse posizioni, mentre il mio idolo quando ero ragazzo era un certo Zinedine Zidane, che con questa maglia ha anche giocato". Una squadra, la Juventus, che è sembrata nel destino del centrocampista fin da piccolo, quando tirava i primi calci al pallone in Germania, ma con un allenatore italiano e, naturalmente, tifoso juventino: "Un giorno mi ha detto 'giocherai per la Juventus' e ora a distanza di anni sono qui. Una storia interessante, poi in quel periodo c'erano Nedved, Del Piero: un periodo davvero eccezionale". Un amore coltivato con il tempo, trasformatosi poi in ossessione quando sul suo cammino si è presentato Marotta con l'offerta annunciata anni prima: "Abbiamo avuto diversi contatti nel corso degli anni, è una grande società e conosco bene la mentalità vincente che ha. Ho ricevuto molte offerte da società molto buone, ma ho deciso di venire alla Juventus proprio perché penso che il loro progetto sia veramente grande, come gli obiettivi".
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