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CALCIO. Juve-Ultrà: Uva critica Antimafia, Bindi 'preoccupante'

"Dall'Antimafia un processo mediatico", "dalla Figc frasi preoccupanti": l'inchiesta 'Alto Piemonte' che ha indagato sui rapporti tra la Juventus e gli ultrà - con infiltrazioni malavitose - provoca oggi il botta e risposta tra il dg della Federcalcio, Michele Uva, e la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. "Sulla vicenda-biglietti, che coinvolge la Juve, non siamo preoccupati: noi dobbiamo occuparci della giustizia sportiva - sono state le parole del dirigente federale, oggi a Palermo per seguire gli azzurri - Però, mi sembra si stia facendo un processo mediatico; occorre che la giustizia ordinaria faccia il proprio corso con la massima serenità. Mi sembra che l'Antimafia stia facendo un processo molto mediatico e questo non fa bene nè al calcio, nè tantomeno all'Italia. Il calcio dà esposizione mediatica e questo è evidente in questo momento", ha aggiunto Uva.

Una presa di posizione che non è piaciuta affatto alla Bindi che ha replicato a stretto giro: "La Commissione parlamentare antimafia non fa processi, men che meno mediatici - le sue parole - Di questo si cerchino altrove le responsabilità.

Preoccupa che il direttore generale della Federcalcio ritenga che ciò di cui ci stiamo occupando non sia una cosa seria. Ciò che fa male all'Italia sono le mafie, anche quando si infiltrano nello sport, e la sottovalutazione di questo fenomeno.

L'inchiesta della Commissione proseguirà a tutto campo", ha aggiunto la presidente della commissione Antimafia. Critico con il dg della Federcalcio è il M5S secondo cui Uva "nega l'evidenza". "Se il Dg della Federcalcio definisce 'una cosa banale' un'inchiesta penale sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel circuito del tifo organizzato - e' stato poi il commento del vicepresidente della commissione, Claudio Fava - c'è da essere preoccupati. Se poi si chiede alla Commissione Antimafia di 'occuparsi d'altro' c'è da essere anche imbarazzati".

Intanto, dalle intercettazioni agli atti della magistratura di Torino, delle quali l'ANSA ha preso visione, emerge che il rapporto tra la Juve e Rocco Dominello nasce a seguito delle richieste dell'allora tecnico bianconero Antonio Conte di "gestire la curva". In una telefonata del 5 agosto 2016 tra Andrea Agnelli e il suo avvocato Gigi Chiappero, il presidente juventino ricostruisce l'inizio di una vicenda che lo ha portato ad essere deferito dal procuratore della Federcalcio e messo sotto la lente d'ingrandimento della commissione Antimafia.

Andrea Agnelli dice all'interlocutore: "E poi, ribadisco che lui (Dominello) si accompagnava a Germani, e Germani era pappa e ciccia con Conte". E ancora: "La pressione che metteva Conte la conosci anche tu, a chiunque stesse vicino a Conte noi gli davamo un po' più retta". Quindi, conclude Agnelli, "...se Germani sta vicino a Conte, Dominello sta vicino a Germani, noi diamo più retta a questo. Perchè noi ci abbiamo voglia? No, perchè poi la curva fa casino, non siete capaci di gestire un cazzo, cioè non devo spiegare a te come ragiona Antonio".

Agli atti dell'inchiesta figura anche un'intercettazione in cui Dominello riferisce scambi di sms con l'allora tecnico juventino.

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