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28 Giugno 2016 - 10:44
Il cuore oltre l'ostacolo. Per una volta la retorica del calcio e' diventata realtà'. Scene di gioia azzurra cosi' intense non si vedevano dalla finale di Berlino, tra pochi giorni fa 10 anni. A Saint Denis i quarti di finale strappati alla Spagna con una partita di superiorità' totale valgono in effetti come un trofeo.
"Perche' siamo una squadra, non una nazionale", spiega Bonucci, miglior giocatore del match e ologramma di Antonio Conte in campo.
Conte, appunto. I media internazionali sono d'accordo, e' lui il segreto di questa Italia che non ha: non ha i Riva, i Rivera, i Baggio, i Totti, i Del Piero, i Cannavaro, i Maldini, i Pirlo, i Tardelli. Pero' ha qualcosa che altri non hanno: il fuoco dentro, definizione di Conte. Di questo tutti gli azzurri hanno ringraziato il ct, a fine partita, con un abbraccio collettivo al fischio finale di Cakir che è scena rara, in una nazionale.
Per tutti i 90' di Italia-Spagna, la differenza mostrata in campo da azzurri e spagnoli si e' rispecchiata in quella delle due panchine. Serafico Del Bosque, una sorta di 'caballero' stanco dopo tante vittorie: è rimasto immobile sulla sua panchina per tutto il primo tempo, alzandosi solo a inizio ripresa per dare indicazioni ad Aduriz mandato in campo per Nolito. Poi ha rinviato le dimissioni: "Ne parlerò col mio presidente". Dall'altra parte, Conte sempre all'angolo estremo dell'area tecnica, anche oltre, anche sotto la pioggia battente del primo quarto d'ora: tutto il tempo a trasmettere elettricità ai suoi, a ordinare posizioni, a sgridare. Come quando Giaccherini, nel secondo tempo, ha perso il tempo del contropiede e lui si e' infuriato scalciando il pallone, prendendosi il rimprovero di Cakir e l'applauso di tutto uno stadio. "Una volta il preparatore mi ha proposto di mettere il gps per vedere quanto corro e con quanta intensita'...", il sorriso di fine partita.
A quel fischio finale di Cakir, è arrivata l'esplosione di gioia. Al 2-0 di Pellè Conte si era gia' issato sulla panchina in cerca della moglie Elisabetta e della figlia Vittoria, poi al suo fianco in campo nella flash interview. In mezzo, tutti a correre in campo come le altre due vittorie ma stavolta con una scena rara a vedersi: venti maglie azzurre che fanno mucchio sul ct, al fischio finale. Non se lo aspettavano neanche loro, la sincera ammissione di questi giorni. Erano sporchi, brutti e cattivi, stasera solo "cattivi e bellissimi", dice Bonucci: ecco il significato di quel ringraziamento. Poi, tutti i giocatori spinti da Conte sono andati sotto la curva dei tifosi italiani, azzurri anche loro stasera, su richiesta di Conte. In circolo, hanno fatto un balletto attorno a Buffon aspettando che facesse il Superman sulla traversa, come oramai è rito dopo le vittorie all'Europeo. Dove l'Italia si sente davvero più grande dei propri limiti.
"Solo a sentirla, Italia-Germania ti mette i brividi": Antonio Conte ha ottenuto la sua piccola vittoria personale, far cambiare a tutta Europa - Italia compresa - idea sul valore della sua nazionale.
Pero' assicura di non essere appagato dalla splendida serata con la Spagna e dai quarti raggiunti. ora che alla porte c'e' la partita da mito, il remake di Messico '70, Spagna '82, Dortmund 2006. "Stavolta incontriamo senza dubbio la piu' forte del torneo - dice Conte subito dopo aver mandato a casa la Spagna - ma non dobbiamo smettere di avere fame: finora siamo stati straordinari, sabato a Bordeaux dovremo essere titanici".
Non si nasconde, Conte, che il momento del calcio italiano " e' difficile, perchè siamo senza tanti talenti: il segreto e' stato di fare questo gruppo una squadra, non una nazionale selezionata". Cosi' e' arrivato il momento di togliersi un sassolino sulla scarpa: "Vorrei che mi fosse ripetuta stasera la domanda su vittoria o fallimento, in caso di mancato passaggio ai quarti...", dice il ct rivolto al cronista che dopo l'Irlanda aveva posto la questione. Tranne poi virare sul sorriso scaramantico: "Ha portato bene, rifatemela un'altra volta prima dei quarti". Comunque vada, questo sara' ricordato come l'Europeo di un'Italia sorprendente. "Mi chiedete se mi dispiace lasciare dopo l'Europeo? I giocatori lo sanno, sono un animale da campo: e quando in certi posti alcune cose non ti sono permesse, lo capisci..Ma sono affezionato alle persone con cui lavoro, e chissa', forse un giorno tornero' su questa panchina".
Ora c'e' da godersi il momento e pensare alla Germania: Thiago Motta e' squalificato, De Rossi e' uscito zoppicante dopo aver preso male la sostituzione ("spero di recuperarlo, ma provero' soluzioni alternative, di ripiego") e Candreva e' in forse. "Non ce lo nascondiamo, e' una partita in salita. A marzo a Monaco - ricorda - ci hanno battuto 4-1: fu risultato anche eccessivo, pero' ci ha tolto delle certezze. Con la vittoria di questa sera recuperiamo autostima, ma non le distanze da loro: sono i piu' forti di questo torneo, nessun dubbio. Pero' sulla carta il calcio e' uno, in campo un altro", ripete, come aveva detto preparando la sfida alla Spagna.
Ora e' il momento dell'orgoglio e della rivendicazione: "Ho modellato per due anni un progetto che si riassume in una parola: lavoro - ribadisce - Ci davano per spacciati gia' prima della qualificazione, e invece agli spareggi e' andato la Croazia. Siamo stati l'unica squadra qualificata dopo due partite, e non e' poco. Abbiamo battuto Belgio - prosegue - Svezia e Spagna, che resta una delle squadre piu forti al mondo: possiamo essere orgogliosi?". "Io lo sapevo - il suo passo indietro - che una sconfitta con l'Irlanda ci avrebbe creato rotture di scatole: ci hanno massacrato per quel risultato. Ma forse e' stato anche salutare. Volevamo sorprendere, ci siamo riusciti in parte. Ora l'impresa che abbiamo davanti e' davvero da titani: ma non dobbiamo smettere di avere sete di vittorie".
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