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27 Giugno 2016 - 10:12
Vicente Del Bosque si trova davanti a un bivio, alla vigilia della partita contro l'Italia: se domani vincerà va avanti, cullando il sogno di un leggendario 'triplete' europeo, dopo il titolo 2012 e quello Mondiale 2010 (per la Spagna sarebbe anche l'Euro-triplete, se si aggiunge il trofeo vinto con Luis Aragones in panchina nel 2008); se contro gli azzurri dovesse perdere, invece, quasi sicuramente quella dello Stade de France sarebbe l'ultima panchina 'Roja'. Basta questo per metterlo davanti a una notte prima degli esami che ha un gusto particolare, proponendo un vasto assortimento di motivazioni e di pensieri che gli affollano la mente.
Malgrado tutto, Don Vicente non perde il proprio stile, peraltro attestato dal titolo di marchese di Del Bosque che gli venne conferito da re Juan Carlos nel 2011. Il ct spagnolo è originario di Salamanca, città di poeti ed esploratori, ma anche di grandi allenatori come lui. Che sentono l'odore della partita e se lo cuciono addosso. Del Bosque sa che sarebbe mortale, per le Furie rosse, non dare il giusto peso all'ItalConte; per questo, in conferenza stampa, ha sottolineato che "domani non ci sono favorite", aggiungendo che "le squadre si equivalgono", ma anche che la sfida di domani "non è assimilabile alla finale del 2012", disputata a Kiev e che la 'sua' squadra dominò, calando un poker nella porta di Buffon.
Del Bosque si affida al più italiano degli spagnoli, Alvaro Morata. "Puntiamo molto sulla sua verve realizzativa, sulle sue capacità di grande finalizzatore", le parole del ct. "Da quando ha giocato in Italia è cresciuto molto". Per stessa ammissione dell'interessato. "Perché mi sono misurato con un certo tipo di difensori", le parole dell'ormai ex juventino, tornato al Real Madrid (ex squadra di Del Bosque).
Nella sfida senza un domani, come l'ha definita Conte, il ct spagnolo intravede la possibilità di adeguate contromisure.
"L'Italia - ha spiegato Del Bosque - è una squadra che gioca molto con le ali, ma a me piace prendere l'iniziativa e mi auguro che la squadra lo faccia anche domani. Speriamo di disputare una buona partita, anche se sarà dura contro l'Italia".
Morata prevede un pomeriggio di grandi emozioni, con lui da una parte e i suoi ex compagni dall'altra, che cercheranno di non farlo segnare, come mai prima d'ora. A parte gli allenamenti a Vinovo, quartier generale della Juve. Il centravanti della Spagna non dimentica i momenti trascorsi alla corte della Vecchia signora e ringrazia pubblicamente. "Probabilmente, se domani gioco, sarà una delle più importanti partite della mia carriera: è un avere contro la difesa dell'Italia, ma difficile. Tutti i difensori che avrò di fronte sono stati miei compagni di squadra, mi hanno aiutato in ogni modo possibile da quando sono arrivato a Torino. Sarò sempre riconoscente nei loro confronti e ricambierò l'affetto".
Domani, però, non ci sarà spazio per i sentimenti, prevarrà la ragione. Anzi, l'istinto del bomber. "Sappiamo tutti che l'Italia, dal punto di tattico, è una delle migliori squadre.
Per vincere dovremo segnare un gol più di loro, siamo in grado di farlo, abbiamo una squadra che può farlo e ci siamo preparati per questo. Anche se, mi rendo conto che non sarà facile".
Infine, un avvertimento, ad amici, ex compagni e nuovi avversari: "Se giochiamo come sappiamo si può fare tutto. Siamo la Spagna e possiamo vincere".
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