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03 Giugno 2016 - 10:39
Ha temuto di non farcela, di non centrare quello che riteneva essere l'obiettivo minimo: far parte del gruppo dei 23 azzurri per l'Europeo in Francia. ''E' stata la convocazione più difficile, in passato ero sicuro che sarei stato chiamato in Nazionale anche se avessi fallito le ultime amichevoli. Stavolta no, ho dovuto dare tutto anche nelle partitelle del giovedì. Alla fine ce l'ho fatta. Ma non gonfio il petto: essere tra i 23 a questo punto è normale. Era l'obiettivo minimo, quello vero è vincere l'Europeo''.
Dall'altro della sua esperienza, unico campione del Mondo 2006 insieme a Gigi Buffon rimasto nell'attuale gruppo azzurro, De Rossi appare quanto carico e fiducioso. ''Soprattutto - rassicura - sto bene come poche volte nonostante il fastidio al tendine d'Achille di cui però non soffrivo da oltre un anno''.
Un fastidio con il quale ha imparato a convivere e comunque avrebbe fatto carte false per ottenere il pass per la Francia: ''E' come una missione, ho sempre sentito forte il senso di appartenenza a questa maglia, è un po' la mia storia. Mi sento investito di una missione importante, essere italiani deve riempirci d'orgoglio''. Quell'orgoglio che sommato ad altri aspetti dovrà spingere l'Italia lontano al prossimo Europeo: ''Non ho mai lavorato tanto con gli altri allenatori come con il ct. Proprio questo sommato alla tattica potrà spingerci verso un Europeo da protagonisti. Ci mancano quei due o tre fuoriclasse capaci di risolvere da soli una partita però siamo un buon gruppo, abbiamo l'orgoglio tipico degli italiani e Conte è un grande motivatore e ci fa lavorare così duramente come mai fatto con altri allenatori. D'altronde la forza fisica era una delle maggiori qualità della sua Juve, spero che questa faccia la differenza in Francia. Non partiamo favoriti ma dobbiamo arrivare ad essere consapevoli che possiamo battere chiunque''.
Quanto al suo futuro azzurro nessun dubbio: ''Sarà il nuovo ct a decidere se servirò ancora o no, se mi escluderà non sarà una vergogna, di sicuro non sarò io a lasciare la Nazionale, non mi sono posto scadenze, sarò disponibile anche per Italia-FarOer''.
In carriera ha ricoperto tutti i ruoli, in azzurro ha vestito anche la maglia n.10, quella che ora fa tanto discutere perché finita sulle spalle di Thiago Motta. ''Chi critica si pulisca la bocca e venga a palleggiare con lui, si renderà conto che pur avendo caratteristiche diverse tecnicamente è un maestro, non inferiore a fenomeni come Baggio, Totti, Del Piero - ribatte De Rossi - E comunque non è stato lui a sceglierla, l'ha solo accettata, come feci io a suo tempo. Thiago Motta è un ragazzo eccezionale che non ha mai creato problemi. E non dimentichiamo che nei club dove ha giocato ha vinto tutto, quindi spero che ci faccia vincere l'Europeo''. E' un'Italia dove mancano tanti big, a partire da Andrea Pirlo: ''Ci manca tanto ma ha fatto una scelta. Se lo seguirò negli Stati Uniti? Ho un altro anno con la Roma e lo onorerò, poi vedremo. Di sicuro non mi vedo nella Juve o nel Milan, non è un mistero che mi piacerebbe un'esperienza in un paese e in un calcio diversi dove non mi troverei ad affrontare la mia squadra del cuore''. Quella Roma che in azzurro è rappresentata da tre giocatori: ''Il blocco-Juve è inevitabile, è sempre stato così negli anni. Ma noi giallorossi non siamo pochi se si guarda a Inter, Milan, Napoli''.
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