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15 Marzo 2016 - 15:58
Due anni da Ct della Nazionale in bilico tra la voglia di tornare ad allenare un grande club e l'obiettivo di rilanciare l'Italia agli europei. Sullo sfondo l'esigenza di mettersi alle spalle la vicenda del calcioscommesse, in mezzo il braccio di ferro continuo con i grandi club restii a concedere i nazionali. Ambizioni, classe e mentalità vincente firmata Antonio Conte che dopo un lungo ciclo da dominatore sulla panchina della Juventus, dove colleziona tre scudetti di fila, sbarca sulla 'poltrona' di una Italia da rifondare, reduce dal fallimento ai Mondiali in Brasile, prendendo il posto di Cesare Prandelli.
L'avventura alla guida degli azzurri dell'ex centrocampista, cresciuto nelle giovanili del Lecce e sbocciato ad alti livelli con la maglia della Juventus, comincia il 19 agosto 2014 con la firma ad un contratto biennale fino al 31 luglio 2016. Conte assume il doppio incarico di commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio e di coordinatore delle squadre giovanili con un ingaggio da 3,6 milioni l'anno. Il 4 settembre l'ex bianconero esordisce sulla panchina dell'Italia con una vittoria, sconfiggendo 2-0 in amichevole una temutissima Olanda.
Di li a poco partono le qualificazioni agli Europei e la Nazionale made in Conte comincia subito a sfoderare prestazioni di carattere in linea con la filosofia del suo allenatore da sempre incline a mettere la concretezza al primo posto piuttosto che il bel gioco. Arriva così la qualificazione a Euro 2016 passando per l'accantonamento di Balotelli, uscito con le ossa rotte da Brasile 2014, e il rilancio di giovani come Verratti e Zaza: il 10 ottobre 2015, con la vittoria della nazionale italiana per 3-1 a Baku contro l'Azerbaigian, Conte garantisce agli azzurri la qualificazione agli europei in programma a giungo in Francia.
Due anni in azzurro non facili però per il 46enne tecnico leccese che ha lottato come un leone per dare più spazio alla Nazionale con gli stage: un tema dolente su cui ha avuto sempre contro i grandi club, tesi a trattenere il più possibile i rispettivi giocatori. Emblematica la polemica, nata dopo l'infortunio in Nazionale dello juventino Claudio Marchisio, tra il Ct e il club bianconero con le parole di John Elkann (presidente di Fca) a scaldare gli animi con la sua uscita 'in Nazionale si lavora troppo'.
Sullo sfondo le continue indiscrezioni sulla volontà di Conte di tornare a guidare un club: confermate ora dallo stesso ct che a meno di tre mesi dal via dell'avventura europea, ha ufficializzato i suoi progetti futuri rivelando di sentire ''di di dover tornare a fare l'allenatore in un club avendo così la possibilità di allenare tutti i giorni''.
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