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11 Giugno 2015 - 14:28
"Tra poco boom". Questo l'sms inviato da Giorgio Evenzio Saurgnani, assicuratore di 28 anni residente a Romano di Lombardia, nel Bergamasco, a un amico cinque minuti prima di lanciare la bomba carta che ha ferito dieci tifosi del Torino, in occasione dell'ultimo derby della Mole. Il giovane tifoso della Juventus era entrato allo stadio senza biglietto, scavalcando una cancellata e spintonando una steward. Si era poi cambiato in modo da risultare difficilmente identificabile.
Saurgnani era stato colpito da Daspo per un anno nel 2009 dopo avere rubato la sciarpa a un tifoso partenopeo durante una trasferta della Juventus a Napoli.
Era inserito nella blacklist per l'acquisto di biglietti per le trasferte della tifoseria bianconera e, proprio per questo, non poteva avere tagliandi per il derby con il Torino.
Faceva parte, con una decina di altri tifosi tra cui quattro indagati per la stessa bomba carta, di un gruppo Whatsapp chiamato 'Cani sciolti'. Il gruppetto aveva partecipato a episodi violenti durante l'ultima trasferta della Juventus contro il Verona e programmava, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, altre azioni analoghe per la trasferta a Genova con la Sampdoria, poi vietata ai tifosi bianconeri.
"Il mio consiglio è stato: mi raccomando, la prima non deve essere una torcia, che crea scompiglio, ma una BC (bomba carta, ndr)". Parole di Giorgio Evenzio Saurgnani, il tifoso juventino arrestato dalla polizia, nell'intercettazione di un messaggio audio postato su Whatsapp il 27 aprile, il giorno dopo il derby della Mole in cui il lancio di una bomba carta ferì undici tifosi del Torino.
"Quello - ha precisato nello stesso messaggio - è stato il primo lancio". Se fosse stata lanciata una torcia, invece, secondo Saurgnani "si vanificava tutto".
La registrazione vocale è stata acquisita dagli investigatori come prova che lui faceva parte del gruppo di tifosi che hanno lanciato l'ordigno. A fine partita Saurgnani, insieme ad altri supporter del suo gruppetto, ha tentato di avvicinare la tifoseria granata ma è stato tenuto a distanza da un cordone di steward.
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