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22 Maggio 2015 - 11:28
felice belloli
Da Fiumicino a Fiumicino, in poco più di sei mesi. Tanto è durata la parabola di Felice Belloli alla guida della Lega Nazionale Dilettanti. Eletto lo scorso 10 novembre (era il candidato unico) nello stesso hotel dove oggi ha incassato il voto di sfiducia, l'erede di Carlo Tavecchio è stato accompagnato alla porta dal Consiglio direttivo che gli ha votato all'unanimità la sfiducia. Paga la frase sessiste pronunciate lo scorso 5 marzo, nel consiglio del dipartimento del calcio femminile ("basta dare soldi a quattro lesbiche").
Parole che hanno fatto il giro del mondo e indignare il mondo sportivo e della politica.
"Non sono felice - spiega al termine del consiglio il presidente del comitato campano, Vincenzo Pastore, grande oppositore di Belloli in campagna elettorale - ma mi rendo conto che non c'era altra soluzione. Eravamo sottoposti a un sacrosanto massacro mediatico. Abbiamo battuto tutti i record: sei mesi di presidenza non era mai successo. Ma non dirò mai 'io l'avevo detto'".
Belloli, uscendo da un'uscita secondaria, era già volato a Milano senza dimettersi, ma lasciando il suo futuro in mano al consiglio, che si è espresso chiaramente: "Votando all'unanimità, con qualche piccolo distinguo" con i 24 elettori (23 presidenti regionali e vicepresidenti e il vicepresidente vicario). "Creiamo un precedente pericoloso", dice qualche presidente. Qualcuno, invece, sottolinea la difficile scelta dal punto di vista umano. Ma ora si attendono le dimissioni. "Al momento ha accettato queste indicazioni e tra qualche giorno dovrebbe darle", assicura il vicepresidente vicario, Antonio Cosentino, subito dopo avergli comunicato la decisione. Sarà lui a guidare la Lega, entro 90 giorni, a nuove elezioni. Belloli, infatti, difficilmente intraprenderà un braccio di ferro con il presidente Figc, Carlo Tavecchio.
"Penso si dimetterà tra domani e dopodomani - spiega Cosentino - per far proseguire la Lega, ma che in caso negativo proseguirà comunque con un commissariamento". Poi toccherà alla giustizia sportiva fare il suo corso: il 25 maggio Cosentino e cinque testimoni che confermano di aver sentito quella frase messa a verbale saranno ascoltati in Procura Figc. "Lui ci ha confermato di non aver detto quelle frasi - dice Pastore - Io ho proposto che se dovesse risultare innocente, il nuovo presidente dovrà avere il coraggio civile di dire 'ricediamogli la carica'". "Bisogna vedere se quando qualcuno sarà eletto si dimetterà. In Italia non si dimette nessuno", sottolinea però Cosentino. L'era Belloli è finita. 'Esonerato' prima ancora della fine dei playoff.
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