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CALCIO. Come Torino nessuno mai, 'cresceremo ancora'

CALCIO. Come Torino nessuno mai, 'cresceremo ancora'

Giampiero Ventura

La notte di Bilbao ha portato l'entusiasmo alle stelle in casa Torino. Gli uomini che fecero l'impresa sono stati accolti all'aeroporto da oltre 200 tifosi come trionfatori. Applausi per tutti a Caselle, in particolare per mister Ventura, per capitan Glik e per Quagliarella, Maxi Lopez e Darmian, gli autori dei gol della vittoria. Scene d'altri tempi a cui il Toro non era più abituato ma che fanno parte della storia di una delle maglie più amate d'Italia. Il Toro è così, squadra capace di dare emozioni fortissime, nel bene e nel male. Epiche, appunto. La vittoria di Bilbao è una di queste. Nessuna italiana negli otto incontri precedenti era mai riuscita a vincere al San Mames, la 'Catedral'. Sette sconfitte (l'ultima del Napoli nei preliminari di questa edizione della Champions League) e un pareggio. Il Toro, invece, ci à riuscito al termine di una di quelle partite che rimangono nei ricordi destinati a segnare l'antica memoria granata. Il club che fu di Orfeo Pianelli e che oggi è di Urbano Cairo è tornato protagonista anche in Europa. Non accadeva da 20 anni e adesso si possono sognare davvero grandi cose. Come quella di ripetere a San Pietroburgo l'impresa di Bilbao, e dopo l'Athletic battere anche lo Zenit, la squadra che il sorteggio di Nyon ha riservato al Toro per gli ottavi. Il presidente Cairo ci crede: "Stiamo crescendo alla grande. Lo Zenit è un'ottima formazione, ma noi abbiamo dimostrato di avere la                 compattezza e la forza di crederci sempre fino in fondo". "Lo Zenit - ha aggiunto il direttore generale, Antonio Comi - da molto tempo gioca a questi livelli, ma sono fiducioso, speriamo siano due belle partite". I russi, anch'essi scesi dalla Champions League come il Bilbao (sono arrivati terzi nel girone vinto dal Monaco) hanno eliminato con un complessivo 4-0 (andata 1-0, ritorno 3-0) il Psv Eindhoven, e guidano il campionato russo con 41 punti, +7 sul Cska Mosca. In panchina c'è Andrè Villas Boas, cresciuto all'ombra di Josè Mourinho, che ha raccolto l'eredità di Luciano Spalletti. E c'è un italiano in squadra, Mimmo Criscito. Ma come il Toro che fu di Giagnoni, di Radice, di Mondonico, il Toro di Giampiero Ventura non si ferma a guardare i nomi degli avversari. Punta con furia romantica a rifare l'impresa che, da sempre, pulsa sotto il colore granata. A San Pietroburgo per andare avanti servirà il formato Bilbao, e forse anche di più. Ma sull'onda di Bilbao, Cairo è entusiasta e ottimista: "Sono felice. Per tutti: per quanto sta facendo Darmian, per come è stato accolto Maxi Lopez, per Quagliarella. Non avremo Cerci o Immobile, ma l'attacco di oggi non li fa rimpiangere". Meglio far bene in campionato o in Europa Legaue? "Non c'è una priorità, sono due obiettivi analoghi" dice Cairo. Ma tra i granata un sogno comincia a prendere forma: vincere il derby. Sarebbe un'impresa. Una di quelle tipiche "da Toro", come sanno bene a Bilbao.
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