La notte di Bilbao ha portato l'entusiasmo alle stelle in casa Torino. Gli uomini che fecero l'impresa sono stati accolti all'aeroporto da oltre 200 tifosi come trionfatori. Applausi per tutti a Caselle, in particolare per mister Ventura, per capitan Glik e per Quagliarella, Maxi Lopez e Darmian, gli autori dei gol della vittoria. Scene d'altri tempi a cui il Toro non era più abituato ma che fanno parte della storia di una delle maglie più amate d'Italia. Il Toro è così, squadra capace di dare emozioni fortissime, nel bene e nel male. Epiche, appunto. La vittoria di Bilbao è una di queste. Nessuna italiana negli otto incontri precedenti era mai riuscita a vincere al San Mames, la 'Catedral'. Sette sconfitte (l'ultima del Napoli nei preliminari di questa edizione della Champions League) e un pareggio. Il Toro, invece, ci à riuscito al termine di una di quelle partite che rimangono nei ricordi destinati a segnare l'antica memoria granata. Il club che fu di Orfeo Pianelli e che oggi è di Urbano Cairo è tornato protagonista anche in Europa. Non accadeva da 20 anni e adesso si possono sognare davvero grandi cose. Come quella di ripetere a San Pietroburgo l'impresa di Bilbao, e dopo l'Athletic battere anche lo Zenit, la squadra che il sorteggio di Nyon ha riservato al Toro per gli ottavi. Il presidente Cairo ci crede: "Stiamo crescendo alla grande. Lo Zenit è un'ottima formazione, ma noi abbiamo dimostrato di avere la compattezza e la forza di crederci sempre fino in fondo". "Lo Zenit - ha aggiunto il direttore generale, Antonio Comi - da molto tempo gioca a questi livelli, ma sono fiducioso, speriamo siano due belle partite". I russi, anch'essi scesi dalla Champions League come il Bilbao (sono arrivati terzi nel girone vinto dal Monaco) hanno eliminato con un complessivo 4-0 (andata 1-0, ritorno 3-0) il Psv Eindhoven, e guidano il campionato russo con 41 punti, +7 sul Cska Mosca. In panchina c'è Andrè Villas Boas, cresciuto all'ombra di Josè Mourinho, che ha raccolto l'eredità di Luciano Spalletti. E c'è un italiano in squadra, Mimmo Criscito. Ma come il Toro che fu di Giagnoni, di Radice, di Mondonico, il Toro di Giampiero Ventura non si ferma a guardare i nomi degli avversari. Punta con furia romantica a rifare l'impresa che, da sempre, pulsa sotto il colore granata. A San Pietroburgo per andare avanti servirà il formato Bilbao, e forse anche di più. Ma sull'onda di Bilbao, Cairo è entusiasta e ottimista: "Sono felice. Per tutti: per quanto sta facendo Darmian, per come è stato accolto Maxi Lopez, per Quagliarella. Non avremo Cerci o Immobile, ma l'attacco di oggi non li fa rimpiangere". Meglio far bene in campionato o in Europa Legaue? "Non c'è una priorità, sono due obiettivi analoghi" dice Cairo. Ma tra i granata un sogno comincia a prendere forma: vincere il derby. Sarebbe un'impresa. Una di quelle tipiche "da Toro", come sanno bene a Bilbao.
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