AGGIORNAMENTI
Cerca
26 Gennaio 2022 - 10:54
Il giornalista e scrittore Gianni Minà
Sabato 29 gennaio sarà una giornata speciale per il Comune di Brusasco. Alle ore 20.30, nel salone parrocchiale Don Piero Accornero, si terrà la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Gianni Minà. Interverrà Loredana Macchietti, regista, sceneggiatrice, produttrice, moglie di Mina, in video collegamento da Roma. L’incontro si svolgerà nel rispetto delle normative covid vigenti: per partecipare è richiesto il green pass rafforzato, i posti a sedere sono limitati e chi riuscirà a seguire l’evento in presenza, potrà farlo in diretta streaming anche sul canale facebook del Comune.
La cittadinanza onoraria a Gianni Minà è stata conferita con una delibera del Consiglio comunale di Brusasco.
Questa la motivazione, letta in Consiglio comunale:
“Gianni Minà è riconosciuto a livello internazionale come uno dei migliori giornalisti al mondo del secondo Novecento e dell’inizio del Nuovo Millennio. Le sue cronache e le sue inchieste hanno fatto e continuano a fare scuola nell’ambito del giornalismo cartaceo e televisivo e ne hanno innovato lo stile ed il linguaggio conducendolo a risultati di eccellenza assoluta. Come milioni di italiani, anche molti nostri concittadini brusaschesi lo ricordano come il “Baffo della Telegiornalismo italiano”, autore e conduttore di alcuni tra i più memorabili rotocalchi della nostra televisione. Eppure non tutti i brusaschesi sono a conoscenza del legame che unisce Gianni Minà alla nostra Brusasco: un legame profondo, forte ed inscindibile, che si strinse in un periodo particolarmente significativo della nostra storia recente.
Nei primi anni ’40 del secolo scorso l’Italia ed il mondo erano stati messi in ginocchio dagli orrori del secondo conflitto mondiale. Il 13 Luglio 1943, il nonno paterno di Gianni, Vincenzo, fu tra coloro che rimasero tragicamente vittime degli “uccellacci della morte”, i bombardieri degli Alleati, a seguito di un attacco nel cuore di Torino, mentre era di servizio come funzionario presso gli uffici delle Ferrovie dello Stato di Corso Re Umberto. A seguito di quel drammatico evento, la famiglia Minà sfollò da Torino e si rifugiò nelle campagne al confine con l’astigiano. E giunse proprio a Brusasco, dove tra il ’43 ed il ’44 visse in un palazzo di Via Guglielmo Marconi.
Di quegli anni, Gianni ricorda i campi in cui giocava insieme al fratello, all’età di 5 anni, finalmente al riparo dalla guerra, che però non tardò a ripresentarsi nelle sembianze di due soldati tedeschi, che spensero la vita di un giovane compaesano poco più che ventenne: era Enrico Tumino, detto “Kiki”. Quell’evento Gianni Minà lo ricorda bene, come lo ricordiamo ancora oggi noi brusaschesi, purtroppo non l’unico in cui lo strazio del conflitto non risparmiò nemmeno le nostre valli. E ricorda anche una Domenica mattina quando, dopo la messa a San Pietro, i tedeschi caricarono su diversi camion qualche dozzina di nostri ragazzi, giovani come Kiki, e li portarono a Torino per tradurli poi in Germania. Il padre di Gianni, che a Torino godeva di una certa stima, andò immediatamente a parlare con il comandante di piazza; l’ufficiale nazista lo ascoltò ed assecondò le sue richieste, liberando tutti i ragazzi, tranne uno che aveva promesso di “far fuori un tedesco” non appena fosse tornato in libertà. Di questo episodio, Gianni Minà ebbe a scrivere in un suo libro: “Nei bar di Brusasco, in quella stagione, brindarono spesso a Barolo e a Barbera per mio padre”. Il suo intervento, per i nostri ragazzi fu provvidenziale.
A guerra terminata, Gianni tornò poi con la famiglia a Torino e subito la vocazione per il racconto ed il giornalismo emerse palesandosi in tutta la sua abilità, già all’età di soli 8 anni, quando cominciò a redigere le cronache dei Tour ciclistici di Francia ed Italia. Da allora non abbandonò mai più la penna e, pochi anni dopo, nel ’58 approdò agli studi RAI di Via Teulada a Roma, a “Tuttosport” nel ’59 ed alle Olimpiadi di Roma l’anno successivo. E poi rotocalchi, trasmissioni, reportage, documentari, riviste, libri ed interviste ai più importanti ed influenti protagonisti della nostra storia moderna: da Cassius Clay ai Beatles; da Ray Charles a Federico Fellini; da Maradona a Massimo Troisi; da Mennea a Tommy Smith; e poi Sepúlveda, De Niro, Scorsese, John John Kennedy, l’intervista fiume di 16 ore a Fidel Castro ed il rimpianto per aver rinviato l’intervista a Nelson Mandela, che purtroppo non si poté poi mai più realizzare. Insomma potremmo dire, senza nascondere un umile orgoglio: da Brusasco al mondo intero!
Ed oggi Brusasco, dopo quasi 80 anni dalla prima volta, torna ad accogliere Gianni Minà come concittadino, conferendo la cittadinanza onoraria per i risultati di eccellenza raggiunti attraverso più di sessant’anni di dedizione, abnegazione, meticolosità, avanguardia e coraggio, espressi nella sua vita e nel suo lavoro, che lo hanno condotto ad essere uno dei più grandi giornalisti mai vissuti del nostro tempo.
Per questi motivi, a braccia aperte, con onore e profonda stima, rivolgiamo a Gianni Minà il nostro più sentito: “Bentornato Gianni!””.
Dopo la delibera di Consiglio, Minà ha fatto pervenire il suo ringraziamento all’amministrazione brusaschese. “Mi sono commosso per questo bellissimo gesto. Brusasco fa parte del mio pezzo di vita importante, quello della mia infanzia, e per questo è ancora scolpito nei miei ricordi. Avere ora un posto tangibile in mezzo a voi, mi riempie il cuore di gioia e tenerezza”.
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.