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12 Aprile 2017 - 12:10
E’ notizia di questi giorni che a seguito dell’approvazione del Bilancio di Previsione 2017/2019, la maggioranza consiliare guidata da Luciana Trombadore voglia vendere un immobile comunale per finanziare alcune spese di investimento.
Di per sé una non notizia: chi governa può, legittimamente, operare scelte che, nell’interesse della collettività, portino ad uno sviluppo presente e futuro del proprio Comune. In questo caso però una serie di riflessioni mi paiono quanto mai opportune. Innanzitutto sulla natura dell’immobile. Si tratta di un edificio storico, ex-canonica parrocchiale, addossato a quella che una volta era la cinta muraria del Ricetto del Luogo, con parti sicuramente del XV secolo, poi rimaneggiato in seguito, non di una rimessa o di un alloggio residenziale in un palazzo degli anni ’70. Poi sul rischio che, nel momento in cui pare si possa avviare una sorta di turismo diffuso (forse non è il caso di mobilitare i pulman di “Giapu”, come poco elegantemente auspicato da un assessore) anche al ricetto, il Comune verrebbe a trovarsi senza uno straccio di proprietà, dovendo poi elemosinare qualche locale a privati investitori (ben vengano, per carità!), che però stanno un po’ monopolizzando anche la pubblica proprietà. E ancora sull’uso che dell’eventuale denaro ricavato l’amministrazione ha dichiarato di voler fare: la posa di una tensostruttura su impianti sportivi dati in gestione a terzi. Andiamo per ordine: l’immobile versa in condizioni di abbandono e qui potrei aspettarmi l’obiezione, legittima: “Perché quando eri sindaco non lo hai ristrutturato tu?”
Ma se si vanno a vedere gli atti e i progetti di quegli anni, le priorità per Brusasco erano ben altre: fognature, depuratori, frane, edificio scolastico non a norma e con il tetto in eternit, ambulatorio e ufficio postale prossimi alla chiusura, ecc.. .
Ora però, per dare qualche possibilità di sviluppo al nostro paese, visto anche il crescente interesse degli stranieri verso Langhe, Monferrato e Po, sarebbe il momento più opportuno, magari presentando qualche interessante progetto a livello europeo, di puntare decisamente sul turismo, non di liberarsi delle proprietà. Curioso poi che il DUP approvato ad ottobre prevedesse la valorizzazione dell’immobile, e che a distanza di pochi mesi, lo stesso sia diventato un inutile orpello di cui liberarsi il più in fretta possibile, solo perché uno o più privati hanno presentato manifestazioni di interesse all’acquisto.
Trovo poi davvero umiliante, per il valore storico della “Casa del Riccio”, che il ricavato dalla vendita di quei mattoni (definiti da un assessore alla stregua quasi di un cumulo di macerie!) possa andare a finanziare un telone di gomma! Prima di vendere i gioielli di famiglia, anche se un po’ ammaccati ed opacizzati dal tempo, bisognerebbe conoscerne approfonditamente storia e vicissitudini, cosa che probabilmente non riesce a fare un’amministrazione la cui maggioranza dei componenti immagino non avrà approfondito la conoscenza della storia di Brusasco: conoscere il passato per vivere il presente e progettare al meglio il futuro!.
Il telone di gomma, pardon, tensostruttura, se proprio indispensabile alla vita del paese, poteva sicuramente essere finanziato utilizzando altri strumenti finanziari, snobbati o ignorati dalla Giunta, di cui hanno invece approfittato molti Comuni del nostro territorio. In conclusione, invito tutti i consiglieri a riflettere sulla scelta che hanno approvato in Consiglio Comunale, una scelta comunque non irreversibile: non vorrei che fra qualche anno questa Giunta sia ricordata solo per aver venduto una casa storica ed aver avuto in cambio un telone di plastica. Meditate gente, meditate!
Giulio Bosso
non più Sindaco da 2 lustri.
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