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Furlan rende onore allo sport del pugilato

Furlan rende onore allo sport del pugilato

Alessio Furlan e Roberto Cocco

“Avevo solo cuore e basta. Le braccia non giravano, ma ci ho provato fino all’ultimo. Di più non potevo fare e ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino in questo nuovo tentativo tricolore. Onore a Roberto Cocco che stasera ha fatto meglio di me e chissà che non ci rincontreremo sul ring. Nei prossimi 6 mesi deciderò cosa fare, se proseguire la mia carriera pugilistica o dedicarmi esclusivamente all’insegnamento alla Boxe Canavesana”. C’è modo e modo sia di vincere che di perdere nello sport. Bisogna saper fare entrambi, perché nella boxe quello che conta soprattutto è esserci, salire gli scalini che conducono al ring e provarci sino all’ultima goccia di sudore. Se da un lato Roberto Cocco resterà negli annali per aver riconquistato il Titolo Italiano dei Pesi Supermedi, dall’altro Alessio Furlan resterà nel cuore della gente. Della sua gente, quella che l’ha seguito sin dai primi combattimenti da professionista nel lontano 2001, l’anno del debutto a torso nudo. I 33 mesi di lontananza dal ring si sono fatti sentire, inutile nasconderlo, ma quello che contava era esserci, dare l’esempio a tutti quei giovani pugili che si avvicinano alla sua Boxe Canavesana. Solo chi ha praticato pugilato sa cosa vuol dire stare sul ring per 10 lunghe, interminabili riprese, prendere e dare colpi, senza mai tirarsi indietro. E poco importa se la tecnica non è il punto forte, la gente ama chi dà tutto sé stesso per inseguire un sogno. A Santa Margherita Ligure è stato proprio così, con Furlan che si è aggrappato al suo cuore per provare a mettere in difficoltà l’amico Cocco, suo coetaneo meno segnato dalle battaglie sul ring per la minore attività da pro. Un pensiero al Titolo Italiano l’aveva fatto Furlan, c’è da giurarci, ma la consapevolezza di averci provato è di per sé una vittoria. Il più bel regalo per il suo trentasettesimo compleanno.
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