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BOSCONERO. Duretto e Massa interrogano su Asa. Forneris: "abbiamo agito con prudenza"

Finora di Asa non s'era quasi mai parlato in consiglio comunale. Se non di straforo, per le critiche alla raccolta rifiuti e ai suoi costi. Che ne è stato in tutti questi anni dell'azienda con sede a Castellamonte, che doveva essere il fiore all'occhiello del territorio e invece finita nel baratro? I consiglieri di minoranza Ferruccio Massa e Flavio Duretto hanno posto il quesito al sindaco Paola Forneris (vicesindaco negli anni d'oro del consorzio) con una interrogazione che l'ha indispettita parecchio nella seduta del 22 marzo scorso. Non foss'altro per il commento sprezzante che Forneris ha riservato dopo aver letto pazientemente cinque pagine di riassunto della lunga storia: "non è mai stata espressa preoccupazione da parte della minoranza in altri consigli comunali. Noi riteniamo di aver agito e di stare agendo a tutela dell'ente e qualsiasi tipo di allarmismo verso la popolazione sarebbe privo di fondamento. E credo che lo stato attuale e le prospettive future siano di maggiore interesse rispetto alla preoccupazione per il passato che traspare da questa interrogazione". Ma cos'ha fatto, di fatto, l'amministrazione bosconerese? Come le altre (pochi i sindaci che han protestato in anni di assemblee del CCA) è stata alla finestra a guardare, poi, di fronte al loro arbitrale uscito il 10 febbraio scorso, che condanna i 51 comuni del bacino a rifondere 37 milioni di euro (dell'altra settimana la notizia che il commissario Ambrosini, di fronte ad una dimostrazione d'umiltà dei sindaci, sarebbe pronto a trattare e a scendere a 7 milioni di euro), ha fatto quel che han fatto tutti: ha approvato una delibera per mettere al riparo le proprie risorse e s'è accodata alle tante riunioni dell'area omogenea convocate dal sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno. Il 3 febbraio con Chiamparino, il 15 febbraio con l'avvocato Scaparone, alle varie riunioni di approfondimento il 1° e 15 marzo... "Il Comune di Bosconero – la vede così Forneris – ha agito prudentemente vincolando parte dell'avanzo di esercizio a copertura della potenziale passività con tre delibere di consiglio dell'aprile, maggio e novembre 2015. E in questi atti erano contenute le informazioni di cui si è data informazione, all'epoca erano presenti i consiglieri del gruppo "Rinnoviamo Bosconero". Non risultano richieste né manifestazioni di preoccupazioni rivolte dai consiglieri di questo gruppo in merito alla questione, nonostante fosse già nota da molto tempo". Forneris ha difeso a spada tratta, lunedì scorso, le scelte assunte: "la prudenza dell'amministrazione Pen e dell'attuale amministrazione ha tutelato i cittadini e il comune di fronte alla sentenza". Se Bosconero ha scelto di essere "prudente", potrebbe però presto trovarsi a dover dare battaglia, almeno a giudicare dai vari scaricabarile a cui si sta assistendo dentro i comuni (nessuno sembra aver troppa intenzione di aprire davvero il portafoglio) e alle dichiarazioni della stessa Forneris: "ci preme precisare che una volta che venisse confermata la cifra sarà da definire la ripartizione tra i comuni in quanto Bosconero non ha debiti nei confronti del consorzio, avendo pagato regolarmente il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti né ha beneficiato di investimenti particolari da parte del consorzio in termini di opere ed infrastrutture". Dimentica forse il sindaco che la cifra del lodo non comprende soltanto i mancati pagamenti di alcuni ma anche i buchi generati dalla disattenzione di tutti. UN PO' DI STORIA Era il 2001 quando Bosconero approvava gli schemi di convenzione e lo Statuto per una quota di partecipazione del 3.2 per cento. "Fin dal 2007 – è andata a ritroso Forneris in consiglio – la situazione andava molto bene ma al termine dell'esercizio di quell'anno è emerso un elemento di debolezza: Asa ha sospeso i versamenti previdenziali e all'erario". Nel corso del 2008 una crisi di liquidità e dell'equilibrio economico che si è tradotta nell'impossibilità di far fronte alle obbligazioni. E il bilancio 2009 non è mai stato approvato dall'assemblea. Con sentenza emessa il 18 febbraio del 2010 il Tribunale di Ivrea ha dichiarato lo stato di insolvenza e nell'aprile ha dichiarato l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria, nominando Stefano Ambrosini commissario della procedura. "Pertanto a partire da tale data i rappresentanti dei comuni – ha aggiunto il sindaco - non sono più stati convocati a partecipare alle assemblee del consorzio ma hanno potuto partecipare a quelle del CCA". A quel punto l'amministrazione straordinaria ha chiesto il ricorso al collegio arbitrale per redimere la controversia per il mancato ripianamento delle perdite da parte degli enti consorziati, nominando arbitro l'avvocato Giuseppe Di Chio. Le Comunità Montane si sono riunite il 4 aprile 2013 a Rivarolo per la nomina del legale che le rappresentasse, l'avvocato Paolo Scaparone che si avvale della collaborazione degli avvocati Cinzia Picco e Jacopo Gendre. E il successivo 9 aprile dalla riunione dei comuni a Rivarolo è stato votato Vittorio Barosio come arbitro di parte. Il Presidente, Marco Casavecchia, è stato scelto come presidente il 26 giugno 2013, sempre a Rivarolo. Il 10 febbraio scorso la sentenza del Lodo. E ai comuni oggi resta da scegliere tra corrispondere 37 milioni di euro o trattare.
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