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BORGOMASINO. Battaglia di perizie in tribunale

BORGOMASINO. Battaglia di perizie in tribunale

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Avrebbero raggirato due donne, madre e figlia, entrambe ricoverate presso la casa di riposo "Opera Pia Divina Provvidenza" di Borgomasino, per accaparrarsi un'eredità da 300mila euro. In tre sono devono rispondere dell'accusa di circonvenzione d'incapace presso il Tribunale di Ivrea: Alberto Bronzolo, 42 anni, di Ivrea, ex dipendente della struttura; Antonietta Crepaldi, 56 anni, di Borgomasino, infermiera della casa di riposo, e Maritza Castillo Guillen, 38 anni, residente ad Azeglio. A loro si aggiunge il medico di Strambino Giorgio Petitti, accusato di falsità ideologica in certificati. Venerdì scorso si è tenuta l'udienza davanti al giudice Ombretta Vanini: una battaglia di perizie tra il perito del Tribunale, Mercedes Zambella, ed il consulente della difesa, Elvezio Pirfo. L'uno sostiene che la più anziana non fosse in grado di intendere e di volere. Il secondo sostiene il contrario e, se questa tesi passasse, cadrebbe evidentemente tutto il castello accusatorio. Ma facciamo un passo indietro. I fatti risalgono al periodo tra il maggio del 2009 e ed il dicembre del 2011. Secondo l'accusa, sostenuta dal Pubblico Ministero Ruggero Crupi, Bronzolo si sarebbe ingraziato la fiducia delle due donne per interessi economici, al punto di riuscire a farsi intestare proprietà e lasciti, forte dell'aiuto delle infermiere e dei certificati prodotti dal medico Petitti, che avrebbe falsamente definito le due "capaci di intendere e di volere". Le indagini erano scattate quando l'anziana madre ricoverata si era confidata con altre due infermiere, raccontando delle strane operazioni bancarie che Bronzolo l'aveva indotta a compiere, affidandogli le deleghe ad operare, tra cui l’apertura di un conto corrente e di un conto titoli. L'altra settimana il giudice Ludovico Morello ha rigettato la richiesta, presentata dall'avvocato Ferrero, di aprire un contraddittorio tra il direttore dell'ospizio ed il Maresciallo Mecca, sostenendo che esistano discrepanze tra le versioni fornite. Il Pm Crupi si è opposto con forza, producendo addirittura l'encomio che lui stesso aveva rivolto a Mecca per come sono state eseguite le indagini. Ha sollecitato a sveltire il processo, per evitare che tutto finisca in prescrizione. Morello ha spiegato che "visto il corredo corposo probatorio, non si ritiene necessario il contraddittorio". Il processo ora è stato aggiornato al 20 novembre prossimo
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