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Una rosa contro l'incenerimento

Una rosa contro l'incenerimento

Un corteo di protesta contro l'inceneritore in progetto a Borgofranco d'Ivrea, promosso dal Comitato "No Piro", ha affollato nel pomeriggio di sabato 14 dicembre la statale verso la Valle d'Aosta. Alla manifestazione hanno partecipano circa 200 persone, fra cui anche anziani e bambini. Durante il tragitto da piazza Germanetti fino alla località dove dovrà sorgere l'impianto i manifestanti hanno sostato sotto casa del sindaco Fausto Francisca, lungo la ex SS26, e alcuni hanno attaccato un gigante striscione.

Una bimba, Valentina Maggi, 12 anni, ha affisso al cancello una rosa blu in plastica e un volantino che recava scritto: "Caro amministratore, mi rivolgo a lei come persona incaricata dai miei genitori a tutelare prima di tutto la nostra salute. Io non voglio che la mia vita si unisca a quelle dei tanti, troppi morti che questo territorio ha visto per aver respirato questa plastica. Con quello che voi chiamate rifiuto si possono creare delle cose belle, come questa rosa che io voglio regalarle, invitandola a cambiare il suo modo di pensare e a proteggere la mia vita e quella di tutti gli altri bambini che in futuro saranno cittadini consapevoli di questo paese". La rosa è stata realizzata utilizzando la plastica delle bottiglie dell'acqua minerale. "Un gesto pacifico per ricordare che riciclare è la miglior alternativa al bruciare. Un messaggio al Sindaco per dimostrare che con il rifiuto si può produrre qualcosa di utile e di bello" spiega il papà della bimba, Aldo Maggi, originario di Samone dove ha di recente costituito il Comitato Ribes Dora Baltea per la difesa della salute pubblica e dell'ambiente. "Abbiamo costituito il Comitato a Samone – ricorda Maggi – perchè si era fatta avanti anche nel mio paese l'ipotesi di un pirogassificatore, poi sfumata. Ma abbiamo continuato ad informarci e l'altra settimana, per esempio, abbiamo incontrato un imprenditore che si occupa di riciclare plastica, e con quest'attiivtà ci vive. Borgofranco è un paese che ha pagato già abbastanza in termini di vite umane. il rifiuto ha un valore e dobbiamo cominciare a considerarlo tale. Basta sperimentare".

Nella serata informativa organizzata venerdì 13 dicembre al salone Olmetto, prima della manifestazione popolare, con l'intervento di medici ed esperti, una signora ha ricordato che dal 1913 quel pezzo di terreno maledetto dove stava l'Alcan ha cominciato a fare morti che non si sono più arrestate. "Ciò che noi ripetiamo – sottolinea il No Piro è: nè qui nè altrove".

 
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