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30 Ottobre 2013 - 14:42
Assolto per "non aver commesso il fatto". Questa la sentenza formulata l'altra settimana presso il Tribunale di Ivrea nei confronti di Marco Avanzi, classe 1975 di Ivrea, finito alla sbarra per tentata rapina aggravata, difeso dall'avvocato Luca Achiluzzi.
Il collegio, presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto ha accolto le richieste dell'Avvocato difensore Luca Achiluzzi, rigettando invece la richiesta di condanna ad un anno e sei mesi di reclusione e al pagamento di 300 euro di multa presentata dal Pm Ruggero Crupi.
Secondo l'accusa, infatti, l'Avanzi aveva cercato di sottrarre 250 euro, appena prelevati, alla sedicente vittima Valentina Franchino, classe 1974 e residente a Tavagnasco, presso lo sportello Unicredit di Brogofranco d'Ivrea, tappandole la bocca con la mano e ventilando la presenza di un taglierino. "Dammi i soldi che ne ho bisogno. Stai ferma, non urlare" avrebbe avvertito l'uomo, fermato nella sua intenzione da alcuni passanti accorsi alle grida della ragazza.
Ma nel corso delle ricostruzioni dibattimentali non è emersa in alcun modo la cartezza sull'identità dell'uomo. Anzi, durante l'ultima udienza nessuno dei testimoni ha saputo affermare che si trattava dell'Avanzi. Nè Bogdan Bernard Paraschiv, che attualmente vive in Romania ed è rientrato in Italia solo per testimoniare, e l'aveva visto solo di sfuggita, nel buio. E nemmeno Shkelzen Zenuni non è stato in grado di vedere il viso. Ha ricordato solo che l’aggressore indossava un cappello verde, di lana, con visiera. Nemmeno la vittima, interrogata nel mese di aprile, ha confermato che fosse lo stesso uomo indicato all'epoca in caserma.
Oltretutto, come la confermato la Dottoressa Enrica Zanetto, psicologa in forza al Sert di Ivrea, Avanzi da circa due anni si trova nella Comunità di recupero “L’Orizzonte” di Ivrea dove sta ultimando un programma di recupero e reinserimento sociale, grazie al quale non è più tossicodipendente, svolge attività lavorativa ed è prossimo ad un totale reinserimento sociale
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