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BORGARO. La replica di Linarello: “Ma che sciopero è di una sola sigla sindacale?”

BORGARO. La replica di Linarello: “Ma che sciopero è di  una sola sigla sindacale?”

Massimo Linarello comandante dei vigili urbani di Borgaro

Dopo un breve periodo di riflessione, durato qualche giorno, giusto il tempo di “elaborare” la questione, anche il comandante della polizia locale, Massimo Linarello, ha voluto dire la sua in merito al “caso vigili”. “Occorre ridimensionare lo stato di agitazione sindacale. Lo sciopero è partito solamente da un sindacato autonomo di categoria rappresentativo di qualche iscritto all’interno del corpo. Nulla è pervenuto dalle storiche confederazioni sindacali. Sin da quando sono giunto a Borgaro, nel 2017, i fascicoli personali dei dipendenti erano già pieni di ripetute richieste di nulla osta per la mobilità verso altri enti. E questo occorre dirlo, per fare chiarezza”.

Linarello, poi, spiega come la mobilità “sia un problema comune e pacifico di tutti gli enti pubblici, non c’è nulla di anormale. Dietro ad ogni richiesta ci sono sempre le stesse motivazioni di carattere personale: per la maggior parte l’avvicinamento a casa e in rarissimi casi le aspettative di crescita professionale. Per intenderci, l’avvicinamento a casa è stato chiesto anche per andare a lavorare nei comuni confinanti o limitrofi visto il grande disagio derivante dalla distanza del luogo di lavoro. In un solo caso per tornare nella regione di origine. Non c’è nessuna emergenza che riguarda la Polizia Locale. Le stesse persone che avevano presentato domanda in passato, le hanno ripresentate in questi ultimi due anni”.

Il comandante, poi, spiega come “nessun agente di Borgaro abbia presentato domanda per andare in mobilità nel comune di Mappano benché il percorso di trasferimento verso il nuovo ente sarebbe stato quasi obbligato per questa amministrazione, ed in secondo luogo abbiamo avuto anche il caso di un vigile che all’inizio di quest’anno, nonostante fosse vincitore di concorso in un altro comune, ha deciso di rimanere perché “qui si trovava bene”. Se fosse vero che nel Comando ci fosse un clima ambientale così compromesso, tutti o quasi tutti avrebbero chiesto il trasferimento a Mappano e il vincitore di concorso se ne sarebbe andato senza dover neanche attendere il nulla osta”.

Poi un attacco anche al sindacato: “Uno stato di agitazione basato sulle mere aspettative personali di mobilità non sarebbe stato degno di nota. E così si è preferito inventare di sana pianta un conflitto con il nuovo comandante cercando di denigrarlo nonostante tutti gli attestati di stima da sempre ricevuti. Chi ha visto il lavoro svolto per il comando e per la città non può negare il contrario. Dagli investimenti per la videosorveglianza alle fototrappole, passando per i varchi elettronici, le bodycam, i giubbotti antiproiettili, i personal computer, il nuovo veicolo di servizio completamente attrezzato, le ingenti forniture di vestiario, per non parlare dei progetti incentivanti per aumentare la sicurezza della città e la disciplina della reperibilità. E le parti politiche, più volte, hanno espresso il plauso per l’attività svolta da noi, anche se non la pensano allo stesso modo con l’attuale amministrazione comunale. E poi, lamentare un eccessivo carico di lavoro però non è un modo corretto di giustificare le proprie esigenze di mobilità. I dati oggettivi dell’ultimo triennio dimostrano una riduzione del carico di lavoro a parità di personale impiegato. Affermare infine che i turni di lavoro vengono spesso modificati per far fronte alle sempre più pressanti esigenze del territorio, rende la protesta maggiormente priva di significato. E’ vero l’esatto contrario. Sono frequenti e ripetute le richieste di cambio turno provenienti dal personale. Tutte chiaramente legittime e pressoché totalmente accolte. Nel privato forse tanta bontà non sarebbe ammessa”.

Infine una considerazione sulle modalità di effettuazione della protesta sindacale: “Ho assistito negli anni a varie forme di sciopero, ma non mi era mai capitato di vedere che una sola sigla sindacale, senza alcun contraddittorio con il comandante, attivasse la stato di agitazione del personale di polizia locale senza aver verificato quanto presuntivamente affermato dai suoi iscritti. Nessun incontro o chiarimento è stato mai fatto o richiesto con il sottoscritto, l’unico che poteva dare eventuali risposte”.

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