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02 Febbraio 2017 - 14:17
olocausto
“Se avessi detto sì alla mostra, in questo preciso momento, sarei stato un ipocrita”. Il primo cittadino di Borgaro, Claudio Gambino, spiega il suo momentaneo “no” alla mostra dedicata al massacro di rom e sinti durante il periodo dell’Olocausto e dello sterminio della popolazione ebraica.
Una mostra ideata dall’associazione “Aizo” (Associazione italiana zingari oggi) della presidente Carla Osella, da sempre in prima fila nelle battaglie a difesa delle etnie rom in Italia e nella sua Torino.
Il fine di questo allestimento, composto da una cinquantina di fotografie molto toccanti dell’epoca, era quello di dare la giusta dignità alle centinaia di migliaia di morti - alcune stime parlano di 500mila persone, altre di 1,5 milioni - causate dalle rappresaglie nazifasciste durante la seconda guerra mondiale. E il periodo per l’organizzazione era più logico che mai, visto che proprio in questi giorni sono in atto le cerimonie a ricordo della “Giornata della Memoria”.
“Ci tengo a precisare come io non sia contrario a questa mostra. Perché né io né la mia amministrazione siamo razzisti. E’ doveroso che Borgaro ospiti l’allestimento della signora Osella. Ma non ora. Da poche settimane abbiamo iniziato il progetto sicurezza sulla linea 69. In questo momento è come usassi il bastone e la carota e un mio assenso potrebbe essere fortemente criticato e usato da altre forze politiche per costruire una campagna diffamatoria sul nostro operato. E questo non lo posso accettare. Sarà mia cura chiamare la presidente dell’Aizo per un momento di incontro e per decidere quali iniziative organizzare a breve giro di posta”.
Il “nì” di Gambino non è stato mal accolto dalla stessa Aizo: “Comprendiamo perfettamente le motivazioni addotte dal sindaco di Borgaro - spiegano - Magari a breve si potrebbe fare una mostra che invece di essere incentrata sullo sterminio parli della vita dei Roma. A breve contatteremo il sindaco per fissare un incontro per capire come muoverci in questa direzione...”.
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