Ma ve lo immaginate voi Carlo Della Pepa, con tanto di valigetta 24 ore, seduto in una delle aule di Bruxelles a discutere con il presidente della commisione europea, il portoghese José Manuel Barroso, del TTIP? Lì a dirgli che a Ivrea comanda lui, che a Ivrea la Coca Cola, la Samsung e la Apple non fanno e non faranno tutto quello che vogliono, che a Ivrea, sotto le rosse torri, l’unica legge che si deve rispettare e si rispetterà è quella della Repubblica italiana. Non lo ha acora fatto, ma potrebbe..., eccome se potrebbe farlo, sulla scia di un mandato ricevuto la scorsa settimana dal consiglio comunale. Una mozione per dire no al “trattato transatlantico per il commercio” per l’appunto il TTIP. E si tratta di un argomento che in realtà pochi conoscono. A grandi linee, secondo i proponenti, il TTIP è un accordo che, qualora venisse siglato, garantirerebbe crescita economica ai paesi partecipanti, secondo i detrattori, semplicemente aumenterebbe il potere delle multinazionali e renderebbe più difficile ai governi il controllo dei mercati per massimizzare il benessere collettivo. La bozza, segretissima, conterrebbe limitazioni sulle leggi che le Nazioni partecipanti potrebbero adottare per regolamentare diversi settori economici, in particolare banche, assicurazioni, telecomunicazioni e servizi postali. Qualsiasi entità economica privata, se espropriata dei suoi attuali investimenti, avrebbe diritto a compensazioni a valore di mercato, aumentate di interesse. Sarebbe ammessa la libera circolazione dei lavoratori in tutte le nazioni firmatarie ed è stato proposta l'ammissibilità, per le entità economiche private, di muovere azioni legali contro i governi in presenza di violazione dei diritti internazionali... Come dire che, da domani, esisterebbe una sorta di unico governo delle cose, uno scenario fantascientifico tante volte raccontato nei film di Holywood. A Ivrea è preoccupata la minoranza ma anche la maggioranza. “Non siamo contrari ad un'alleanza transatlantica, però nel caso specifico su questa TTIP ho una serie di perplessità - ha rimarcato Erna Maria Restivo - Mi dicono che a Bruxelles sia stata istituita una reading room in cui si può leggere ma non fotocopiare la bozza dell’accordo. Sono proeccupata per la scarsa trasparenza. Sono preoccupata per il mantenimento degli standard di sicurezza e di tutela sociale, così diversi tra l’Europa e l’America. Sono preoccupata dall’ipotesi di un arbitro sovranazionale per i conflitti che dovessero sorgere tra le imprese multinazionali e i singoli stati....”“Mi ero astenuto sulla Palestina - le ha dato manforte Tognoli - Ma qui il problema riguarda tutti i cittadini del mondo senza nessuna esclusione. Anzi no, possiamo escludere i pochissimi privilegiati che stanno dettando le regole del mercato in un mondo che diventa ogni giorno sempre più ostile...” Il consiglio comunale si è impegnato a promuovere azioni di sensibilizzazione e informzione su questo argomento che rischia di ledere anche la sovranità e le autonomie dei piccoli comuni.
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