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IVREA. Cava di San Bernardo d’Ivrea, Sindaco e cittadini a confronto

IVREA. Cava di San Bernardo d’Ivrea, Sindaco e cittadini a confronto
Il 15 ottobre, alle ore 21, nel salone Pluriuso di Bellavista i cittadini del quartiere di San Bernardo potranno confrontarsi con il Sindaco della città sullo spinoso tema della cava che la COGEIS vuol realizzare sulla soglia dell'abitato, opera già autorizzata dal comune di Ivrea. Sulle implicazioni di carattere ambientale sulla vita del borgo si è aperto da tempo un acceso dibattito, sono innegabili gli effetti che un'iniziativa del genere potrà avere sulla qualità della vita dei cittadini e al di là della correttezza o meno delle procedure adottate per giungere all'autorizzazione del cantiere, questione sollevata dal M5S con un susseguente ricorso al Consiglio di Stato, resta da capire il senso di questa scelta da parte dell'Amministrazione comunale. L'altra settimana ho ampiamente rendicontato sull'incontro avvenuto a San Bernardo con tecnici, SMAT e Amministrazione sul costruendo depuratore di Canton Moretti. Nell'occasione erano usciti rilievi critici importanti sulle scelte che si dovranno fare per la realizzazione dell'opera ma nessuno aveva negato che quest'opera, se ben eseguita, potesse essere di beneficio per la collettività, il sindaco l'aveva chiamata “opera di civiltà” e si potrebbe solo obiettare “tardiva”, visto che il suo il partito nelle varie metamorfosi è al governo della città da quarant'anni e non ci voleva la Passerella per comprendere l'assurdità degli scarichi diretti in Dora con relativi miasmi ed inquinamento del fiume. Ora la domanda che però ci poniamo è: ma la Cava di Bertino che giustificazioni e che senso ha? Tralasciamo la regolarità del labirinto di procedure che ne hanno accompagnato l'autorizzazione, chiediamoci solo chi ci guadagna e chi ci rimette. Sicuramente verrà chiamata in ballo la “libertà di impresa” ma a questo non è difficile obiettare che l'apertura di un cantiere di tale portata è subordinata all'impatto che ha sulla qualità della vita di qualche migliaio di persone e che per permettere l'esecuzione del progetto si è proceduto addirittura ad una variante del PRG al fine di poterne sostenere la regolarità. A noi pare chiaro che l'uso dello strumento di programmazione urbanistica, con cambio di destinazione d'uso di un'area privata così vasta , è chiaramente e impropriamente sbilanciato a beneficio di un privato ed è ad evidente danno invece di tutta la popolazione del quartiere. Quando in ballo c'è l'interesse di un piccolo proprietario lo si scavalca invocando il “beneficio collettivo superiore” e quando in ballo ci sono interessi di un grande imprenditore si invoca la “libertà di impresa”, c'è qualche cosa che non va! Veniamo poi alla “compensazione” proposta, il rifacimento del tetto della bocciofila: compensazione a vantaggio di chi? Lo stabile è della Curia, seppur di uso pubblico perché concesso in usufrutto al comune per venticinque anni, a guadagnarci sarà comunque la Curia; l'impiego dei locali sembra di capire sia per lo più una prerogativa della Pro loco e ci si chiede come si possa individuare un'associazione per un rapporto privilegiato con un impresa e per un opera di compensazione, quale diritto di rappresentatività può e deve avere un'associazione “senza fini di lucro” come la Pro loco ( il discorso varrebbe anche per altre associazioni in analoga situazione) nell'aver voce per decidere la riqualificazione di uno stabile, per di più non suo. Noi non vogliamo una “confusa partecipazione popolare”, vogliamo semplicemente che siano rappresentati in qualche modo i diritti di tutti e chiediamo che i cittadini possano avere un ruolo propositivo oltre che consultivo sulle decisioni qualificanti la vita del quartiere. L'obiettivo ultimo per il M5S è di riaffermare un criterio di equità e giustizia che sembra aver ceduto il passo all'utile a qualunque costo in una visione cinica, oltretutto molto soggettiva e forzata, di quello che dovrebbe essere il bene pubblico.
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