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CHIVASSO. Albergo a 5 stelle: una perizia inchioda il Comune

CHIVASSO. Albergo a 5 stelle: una perizia inchioda il Comune
Incredibile ma tutto vero. Nel bilancio di previsione 2014, nella colonna delle uscite, l’assessore al bilancio Claudia Buo, si è dimenticata di conteggiare circa 450 mila euro. Lei? Così maestrina, così tutta precisina? Sì! Proprio lei... E sono soldi (la richiesta di cui siamo entrati in possesso è del 19 dicembre 2013) che spettano di diritto, un euro sull’altro, all’Immobiliare Sant’Andrea Spa di Pierluigi Caramellino. Sì! Proprio la società che nel 2011 ha acquistato l’ex Convento di San Bernardino in via del Collegio, dal curatore del fallimento dell’Immobiliare Smeg di Mario Bonardo... Ma come? - si chiederanno in tanti - Ma non si era detto che da tutto quel popò di costruzione, anche per una lunga serie di abusi, era il Comune che avrebbe dovuto incassare circa 700 mila euro? Più o meno! Nel senso che dopo esserci posti una domanda, e aver aspettato, affannosamente e inutilmente una risposta dal sindaco (che in consiglio si è scagliato lancia in resta contro i giornali), dall’ufficio tecnico (che è cascato dalle nuvole) e dal responsabile dell’ufficio contabilità (boh?), ne abbiamo scoperte talmente tante che ci è quasi venuta la pelle d’oca. C’è una perizia del tribunale penale Tutto ruota intorno ad una perizia commissionata dalla Procura della Repubblica allo studio dell’architetto Mauro Vaudetti nel 2009. Cosa si dice? Semplicemente che il provvedimento del 2004, attraverso cui il Comune aveva autorizzato i lavori per un albergo a 5 stelle “lusso”, con annesso centro benessere era stato redatto (incredibile ma troppo vero... riportiamo testualmente sigh!) “sulla base di valutazioni non veritiere a fronte di misure e disegni, approvati dall’ufficio tecnico, non corrispondenti alla verità”. Tra le altre cose (e questo è ancora più assurdo e incredibile) s’erano spostati (o trasferiti fate voi) un tot di metri cubi (un bel tot) dal sottotetto “non abitabile” al piano interrato. Peccato che nel sottotetto non ci fossero dei “metri” da spostare. Peccato che l’esistenza di un sottotetto “abitabile” non sia stata provata al catasto come avrebbe dovuto esserlo. Peccato che l’ufficio tecnico non se ne fosse mai accorto. Peccato che anche solo a occhio nudo si capisca che il tetto è rimasto identico e uguale a prima.... Lo dicono gli occhi, lo dice il perito e ci mette sopra un timbro pure la Procura. Processo prescritto, nessun colpevole, la sentenza finisce al fondo di tutti i cassetti. E si passa agli addii. Addio al centro benessere e addio all’albergo per così come lo si era pensato non foss’altro che, qualche mese dopo il fallimento del 10 maggio 2006, è scaduta pure l’autorizzazione a costruire (della durata di 3 anni dall’inizio dei lavori) Addio alla destinazione d’uso del fabbricato che è tornato ad essere di semplice civile abitazione e/o commerciale e che peraltro, con quel che ha detto la Procura il centro benessere non si può più fare. Insomma addio al sogno di un pazzo visionario ma soprattuto addio agli oneri di urbanizzazione già pagati al Comune dall’Immobiliare Smeg di Mario Bonardo, sicuramente non dovuti pari a circa 369 mila euro, più gli interessi maturati nel frattempo che fanno una zuppa di circa 450 mila euro. E sono soldi che è sicuro che il Comune ha preso, sennò si tratterebbe di omissione in atti di ufficio. O li ha presi da Bonardo oppure dalla Compagnia di Assicurazioni (la Lloyd Adriatico) presso cui era stata sottoscritta la polizza fidejussoria (la n° 68571576). Poi - e qui la chiudiamo che ce n’è già abbastanza per discutere ore ed ore magari in consiglio comunale - è del tutto evidente che se non ci fosse stata di mezzo questa perizia, commissionata dalla Procura la musica sarebbe stata un’altra. Ed è vero, proprio come abbiamo sempre scritto, che nell’ordinanza relativa alla vendita all’asta, il Curatore Fallimentare aveva preso atto, su indicazione dell’ufficio tecnico, ma riportate nero su bianco, di opere costruite abusivamente, tutte sanabili con l’abbattimento o con il pagamento di una semplice sanzione di circa 700 mila euro, cifra calcolata sempre dall’ufficio tecnico in via del tutto “indicativa”. Evidentemente non si è mai fatto cenno al sottotetto e alle cantine e nessuno conosceva ancora cosa avrebbe detto il perito del tribunale... La domanda a questo punto che facciamo al sindaco, al vicesindaco Massimo Corcione, all’assessore al bilancio Claudio Buo è chiara come l’acqua del Pian della Mussa. Corcione lo sapeva o non lo sapeva? Sapevano tutto questo o no? E se lo sapevano perchè non ne hanno parlato in consiglio comunale, durante l’ultima seduta? Delle due l’una. Lo sapevano e stan facendo i pesci nel barile, oppure non lo sapevano e stan cascando giù dal pero. In entrambi i casi però, porca la miseria, si salvi chi può...! Altra domanda al saccente assessore al bilancio Claudia Buo. Quei 150 mila euro inseriti a bilancio tra i soldi ancora da ricevere dal Fallimento Bonardo a che cosa fanno riferimeno? Forse anche all’Ici di un edificio che dal 2006 in avanti ha cambiato destinazione d’uso? Perchè se è così, oltre ai 450 mila euro da bonificare a Caramellino, ci sa tanto che si dovranno andare a limare anche quelli.... Urca che batosta...!
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