Un tragico incidente ha funestato la Valle Soana la scorsa settimana. Un guardaparco in servizio nella vallata, Valentino Chiale, ha perso la vita martedì 9 settembre precipitando in un canalone mentre svolgeva il suo quotidiano lavoro di ispezione e di controllo nel territorio comunale di Valprato. Si trovava sul Monte del Diavolo, a 2300 metri di altitudine, di fronte al Santuario di San Besso e sulla verticale del Piano dell’Azaria. Chiale aveva 53 anni, era sposato ed aveva un figlio di 7 anni. Era nativo di Ronco (precisamente della frazione di cui portava il cognome) e lì viveva durante l’estate per poi trasferirsi a Cuorgnè nel periodo invernale. La sua era una famiglia felice. Racconta un amico: “Con la moglie Germana aveva un rapporto simbiotico ed era molto legato a suo figlio Alessio. Sarà dura per loro”. Lavorava come guardaparco da 23 anni e conosceva benissimo la zona in cui è avvenuta la tragedia. I suoi colleghi non vogliono rilasciare dichiarazioni di alcun tipo ma la dirigenza del Parco Nazionale del Gran Paradiso ed i suoi amici personali lo descrivono in modo analogo. “Era un uomo singolare – dice il direttore dell’Ente Parco Michele Ottino – poco comunicativo ma sicuramente affidabile, una di quelle persone su cui si può contare. Era entrato a far parte del Servizio di Sorveglianza del Parco nel 1991: inizialmente aveva prestato servizio nell’Alta Valle Orco poi era riuscito a farsi trasferire vicino a casa”. Quanti lo conoscevano bene lo descrivono come un uomo “apparentemente ermetico (probabilmente perché timido) ma disponibile e generoso. Era calmo, posato, estremamente razionale e molto pignolo, uno che arrivava sempre in anticipo e che lavorava con serietà. Non tutti lo amavano – la tradizionale ostilità della popolazione verso il Parco Nazionale ha sempre avuto i guardaparco tra i bersagli preferiti - ma era uno che faceva il suo mestiere in modo impeccabile e che era felice di farlo”. DOMANDE SENZA RISPOSTA Martedì 9 settembre Valentino Chiale aveva iniziato il suo giro alle 6, in una zona che conosceva benissimo. Date la particolari condizioni in cui si trovano ad operare, i guardaparco in servizio vengono chiamati via radio ogni due ore: la prima volta aveva risposto, la seconda no. Inutili anche i tentativi di entrare in contatto con lui attraverso il cellulare. Veniva quindi allertato il Soccorso Alpino: due squadre di tre uomini ciascuna (una delle quali dotata di unità cinofila) si muovevano in cerca del disperso, indirizzandosi verso la zona giusta grazie alle indicazioni del GPS. Ad individuare per primo il corpo è stato però il caposervizio della Valle Soana, Renzo Guglielmetti che, spinto dall’ansia e non gravato dal peso delle attrezzature, in 35 minuti raggiungeva la cima del monte e scorgeva effetti personali dello scomparso lungo uno dei due canaloni. Il corpo senza vita veniva poi recuperato nel pomeriggio con l’elicottero. Quale sia stata la causa della caduta lungo il dirupo resta da stabilire. Tra le ipotesi avanzate vi è quella che Chiale sia scivolato sull’Erba Olina (la “Festuca Ovina”), erba tanto provvidenziale per gli stambecchi durante i mesi invernali quanto pericolosa per gli esseri umani che frequentano la montagna. Chi lo conosceva bene avanza però dei dubbi: “L’ipotesi non mi convince – sostiene un frequentatore assiduo della Valle Soana - Era un uomo troppo attento, troppo misurato e metodico, che non commetteva imprudenze. La zona in cui è avvenuto l’incidente non è peggiore di altre anche se, in caso di caduta, non lascia scampo perché si finisce nei canaloni. Sono convinto che abbia avuto un malore”. Non si pronuncia invece la Direzione del Parco: “Aspettiamo l’autopsia” – dice Ottino. Autopsia che è prevista per oggi. Il funerale si svolgerà mercoledì pomeriggio alle 15 a Ronco mentre il Rosario verrà recitato domani sera alle 17,45 nella chiesa parrocchiale di Cuorgnè.
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