Giovanni Ravalli si dimette dal ruolo di amministratore unico di Città Futura, la società a capitale pubblico del comune di Montanaro. Mormorato in città ormai da giorni, e richiesto da molte figure pubbliche montanaresi - il consigliere Silvano Ferro in primis - il passo indietro di Ravalli è stato ufficializzato all’inizio della scorsa settimana, a seguito di incontri tra il presidente ed i principali vertici dell’amministrazione. Fortemente voluto dall’ex sindaco Marco Frola, Ravalli aveva assunto l’incarico nel 2012 con lo scopo, a suo dire, di mantenere, migliorare ed aumentare i servizi offerti alla cittadinanza. Ovvero quelli della farmacia comunale di piazza Luigi Massa, l’asilo nido “Teresa Noce” in via Garibaldi, il servizio di assistenza agli anziani, i servizi cimiteriali, l’illuminazione pubblica e lo sgombero neve. Progetti questi che, nonostante le grandi aspettative, non sono mai riusciti ad essere portati a termine. Al contrario, sono stati sufficienti due anni per vedere Città Futura crollare, letteralmente, a pezzi. Prima attraverso la vendita della vecchia casa di riposo - sostituita dall’attuale Residenza Anni Azzurri - la cessione della gestione del cimitero e, in ultimo, la tanto discussa messa in liquidazione della farmacia comunale. Ad oggi, oltre ai diversi tentativi di salvataggio di Città Futura e dei suoi 17 dipendenti da parte del sindaco Giovanni Ponchia - e della proposta di trasformazione in azienda speciale avanzata dal consigliere di minoranza Ferro -, l’unico elemento certo è l’ammontare del debito. Si tratta di 1.331.507,57 euro di arretrati nei confronti dei fornitori dei farmaci, a cui va ad aggiungersi una perdita di altri 270 mila euro dall’asilo comunale. Il tutto era stato confermato recentemente dallo stesso amministratore e liquidatore Ravalli di fronte ai sindacati Cgil, Cisl e Csa. Sempre di fronte a loro aveva poi rassicurato tutti riguardo la ripresa di farmacia e company. Anche se di fronte a tale situazione, le dimissioni sembrano essere un fatto inevitabile, ancora non si conoscono i motivi che hanno spinto Ravalli a prendere la decisione. Al momento, infatti, l’ormai ex presidente si è chiuso in un ermetico “silenzio stampa” senza fornire ulteriori spiegazioni.
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