La Regione Valle d’Aosta ci riprova. Ad inventarsi progetti che danneggerebbero Chivasso, i pendolari della linea ferroviaria Chivasso-Ivrea-Aosta, e probabilmente se stessa. Ci riprova con tenacia a cambiare verso ai soldi dello Stato che sarebbe meglio spendere per raddoppiare selettivamente la Chivasso-Ivrea, eliminare i passaggi a livello più pericolosi, elettrificare la linea fino ad Aosta. Ci riprova a dirottarli verso miglioramento del servizio che miglioramenti non sono: prima la lunetta e ora, con una delibera del 22 agosto, i treni bimodali. I soldi sono i 40 e rotti milioni di euro messi a disposizione del governo nel 2007 e entrati nell’accordo di programma quadro dell’anno dopo sottoscritto dalle due Regioni e dalle Ferrovie. Per anni la Valle ha cercato di realizzare con parte della cifra (27 milioni) la lunetta o peduncolo di Chivasso, che avrebbe “saltato” la nostra stazione. Ora cerca di usare tutti i 40 milioni per comprare cinque treni bimodali, quelli che viaggiano sia ad energia elettrica sia a diesel. Secondo l’Associazione Utenti Ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta, quei soldi sarebbero meglio impiegati per effettuare miglioramenti strutturali della linea: raddoppiare i binari e togliere qualche passaggio a livello. Sul perdurare delle pesanti carenze della ferrovia Chivasso-Aosta e sul suo mancato ammodernamento abbiamo intervistato Carlo Fontana dell'Associazione Identità Comune, il prof del Newton di Chivasso esperto in materia di trasporti e tra i fautori del progetto della stazione “Porta del Canavese”, messo in stand by chissà fino a quando dalle amministrazioni locali. Per Fontana il giudizio sulla Regione Valle d’Aosta è facile e scontato: “come definire una Regione che spende decine di milioni di euro per una ferrovia (Pila-Cogne) mai entrata in funzione per madornali errori tecnici e progettuali, per faraonici progetti e convegni sul fantomatico traforo ferroviario Aosta-Martigny e per deliranti progetti sulla Aosta-Torino e nel contempo non investe un euro per risolvere i veri problemi della ferrovia Aosta-Chivasso? Non c’è che l’imbarazzo della scelta negli aggettivi: demenziale, stupida, autolesionista, ignorante, incapace di intendere e di volere. E alla guida di questa Regione si sono in questi decenni alternate diverse forze politiche ma la politica del disastro è continuata: del resto non c’è da stupirsi visto il modo in cui con enormi sprechi di denaro hanno deturpato l’ambiente alpino.” Ma è sulla Regione Piemonte che Fontana vuole fare chiarezza: “Bisogna avere il coraggio di dire la verità e la verità è che in questi decenni tuti i soldi che sono stati investiti per la ferrovia in Piemonte (oltre 12 miliardi di euro) sono stati spesi esclusivamente per la grandeur di Torino. Alta Velocità funzionale solo a Torino, l'interramento della ferrovia a Torino, la faraonica stazione di Porta Susa e l’abbellimento di Porta Nuova. In tutto il resto del Piemonte le strutture ferroviarie sono state lasciate praticamente nelle condizioni in cui erano quando sono state costruite a fine Ottocento”. Fontana punta il dito contro la politica piemontese interessata solo a favorire le mire estetiche ed edilizie di Torino, che hanno divorato tutti i fondi a disposizione per interrare la ferrovia anche a costo di impedire l’accesso alle stazioni torinesi dei treni da Aosta e da Biella: “Prima di interrare le stazioni bisognava che tutta la rete fosse elettrificata: lo capirebbe anche un bambino. E poi nelle metropoli europee interrano solo le metropolitane: le ferrovie restano in superficie, tanto più che l’interramento non era indispensabile per aumentare il numero dei binari da 2 a 4”. “Le conseguenze” prosegue Fontana “sono sotto gli occhi di chi vuol vedere: sistema ferroviario fuori Torino in pieno degrado, con stazioni inadeguate, impianti vecchi, armamenti vecchi, linee lente, la piaga dei passaggi a livello, binario unico e/o non elettrificate. Ovvio che con una rete così malandata e con materiale rotabile inadeguato il servizio sia inefficiente e non concorrenziale, che la gente quando può usi l’auto. Aggiungiamo poi l’assurdità di sovvenzionare in parallelo sugli stessi tratti treno e autolinee, senza biglietto integrato. Poi chiudiamo ben 14 linee perché ci sono pochi viaggiatori. Nello stesso tempo in pompa magna inauguriamo il Sistema Ferroviario Metropolitano, paragonandolo alla RER in Francia o alla S-Bahn in Germania, Svizzera e Austria: peccato che praticamente siano gli stessi treni locali di prima solo cadenzati, ma non ogni 15 minuti come nelle aree metropolitane europee e neanche ogni mezz’ora, ma ogni ora (solo in pochissime ore c’è un treno in più) e ogni 2 ore nei festivi! E solo fino alle 8 di sera! E le stazioni sono quelle vecchie di prima, lontane tra loro, difficili da raggiungere dalla periferia (la S-Bahn di Salisburgo -150.000 abitanti in tutta l’area - ha stazioni ogni 1,5-2 km perché uno che abita lungo la linea ci deve arrivare a piedi o in bicicletta). E non è solo un problema dei pendolari: anche l’economia è danneggiata. Ad esempio solo Torino sarà a mezz’ora dall’Expo 2015 grazie all’Alta Velocità, mentre il resto del Piemonte resterà irraggiungibile se non con tempi enormi e treni scomodi. Identità Comune chiede con tutti i sindaci del territorio che almeno i Frecciabianca fermino a Chivasso ma finora dalla Regione non arriva neanche questa piccola attenzione per il nostro territorio”. “Questo è il dramma del Piemonte (non solo ferroviario): una sudditanza asservita ai soli interessi di Torino ed il risultato è che il resto del territorio è un deserto senza prospettive”, conclude Fontana.
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