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OLTREPò CHIVASSSESE. Chiesa di S. Pietro e Pieve di S.Giovanni

OLTREPò CHIVASSSESE. Chiesa di S. Pietro e Pieve di S.Giovanni

San Giovanni, Monteu

Sulla strada dei pellegrini, all'ombra del sacro.  
Dipinto in San Pietro a Brusasco Dipinto in San Pietro a Brusasco
Riprendiamo la nostra camminata lungo le antiche vie di comunicazione, sentieri di terra e d’acqua, che ci hanno fatto conoscere, tornando indietro nel tempo, reperti, monumenti, chiese, luoghi   che sono stati costruiti e vissuti dalle tipologie umane dell’epoca, e di cui oggi vediamo le tracce e ricostruiamo la storia. Siamo passati attraverso il “mercato sul Po”   di Industria, a Monteu da Po, con i suoi scambi commerciali per tutta l’Italia del Nord e con il culto di Iside e la sua decadenza.Siamo entrati nell’abbazia di S.Fede, a Cavagnolo, gioiello del romanico e centro di fede, punto di ristoro e di sosta per i pellegrini. Abbiamo visitato il castello e il ricetto del Luogo di Brusasco, centro di scambio, ricco di avvenimenti storici e di reperti di varie epoche. Ma lungo questo percorso ci sono altri luoghi che segnano soprattutto la storia dei secoli XI e XII, quando in tutta Europa (intesa come zona geografica) attraverso i commerci e lo sviluppo dei villaggi e delle città si formarono alcuni centri di mercato: per questo motivo molte abitazioni erano impostate con i portici lungo le strade e le piazze. (a tale proposito cfr il volume di C. Palmas, S. Inzerra, strade e piazze porticate in Piemonte). Qui si scambiavano merci, notizie, informazioni. Anche arte e cultura. Si realizzavano nuovi percorsi, nuove vie di comunicazione. Su queste strade camminavano i pellegrini, che si mossero attraversando le nostre zone, verso Sud e verso Nord, verso Roma o addirittura Gerusalemme da una parte, verso Santiago di Compostela dall’altra. Questi erano i grandi flussi dei pellegrini della fede, ed i loro punti di riferimento erano le abbazie, e le chiese. E poi la categoria dei cavalieri, veri o presunti, che combattevano per un ideale, magari una crociata, per servizio , per spirito di avventura o per semplice ambizione personale, o per fuggire da un destino che non volevano vivere. Mercanti, pellegrini e cavalieri:svolsero un ruolo di avvicinamento di popoli e culture in quei tempi tanto travagliati. Si sviluppò anche l’arte, sovvenzionata non più dal papa o dall’imperatore, ma da tanti signorotti locali, che volevano “espiare” in qualche modo le loro colpe o presunte tali, o solo dimostrare la propria ricchezza. Oppure dalle Diocesi, dai Vescovi. Anche   i grandi monasteri sentirono la spinta a manifestare il proprio prestigio attraverso   grandi edifici. A Cluny per esempio nel giro di meno di un secolo ( tra l’ XI ed il XII) si arrivò a costruire tre chiese abbaziali, una più magnifica dell'altra .Fu in quel periodo che si sviluppò il romanico, di cui sono testimonianza, oltre all'abbazia di Santa Fede, anche altre chiese minori che sono poco conosciute. Un'attenta lettura delle percorrenze geografiche ci consente di individuare un'area intorno a Torino che ha come punti di riferimento le abbazie di Stura e di Fruttuaria in San Benigno Canavese e non è casuale il collocamento dell'abbazia di Santa Fede a Cavagnolo, punto di congiunzione tra la diocesi di Vercelli e quella di Torino. La tradizione indica in S.Eusebio, vescovo di Vercelli, la cristianizzazione di questo territorio. La sponda collinare del Po offre dunque presenze di edifici dello stesso periodo e tipologia. Sono gioielli di storia e architettura romanica. Uno di questi,   ultimamente inserito in vari percorsi turistici, è situato nel comune di Brusasco nella zona pianeggiante a nord ovest dell'abitato, la chiesa di San Pietro, da non confondere con la chiesa situata nella piazza principale, dedicata allo stesso santo. Si può percorre la via delle Scuole e la via di San Pietro, costeggiando il muro dell'area cimiteriale in cui, entrando, è possibile ammirare il prospetto sud, l'abside e la parete del lato di cui rimangono solamente alcune importanti testimonianze dell'originaria costruzione. Per vedere comparire il nome di questa chiesa si deve arrivare a un documento attendibile del 1298-99, quando si cita “l'ecclesia de Quaradola o di Brusasco”. E' ovvio che la storia dell'edificio di stile romanico non comincia da questo momento, ma è solo da questa data che ne abbiamo la prima notizia sicura. Il luogo di Quadratula, scomparso in epoca imprecisabile e noto già nel X secolo, è forse filiazione del centro romano di Quadrata sulla sponda opposta del Po, nell' attuale territorio di Verolengo. Nel 1946, nella stessa chiesa è stato ritrovato una tomba cristiana con gli embrici portanti il marchio delle fornaci di Industria.
San Giovanni, Monteu San Giovanni, Monteu
San Pietro apparteneva alla Pieve intitolata a San Giovanni Battista di Lustria (Industria), nel territorio dell'attuale Monteu da Po, di cui rimangono alcuni frammenti della facciata. Nel 1474, Brusasco insieme a altri 53 insediamenti venne assegnata alla diocesi di Casale Monferrato e la chiesa di S.Pietro fu considerata   parrocchiale e utilizzata già per le funzioni funebri, come indicato nelle relazione delle visite pastorali.Nel 1584, l’edificiorisultava mancante di parti essenziali come pavimento e soffitto, e dieci anni dopo avvenne il definitivo trasferimento di ogni funzione alla chiesa di San Bernardo al Luogo. La chiesa rimase comunque funzionante sino agli anni Ottanta del Seicento e venne restaurata; ancora esisteva la navata nord che comunque fu trasformata come tutta la struttura, che nel 1763 risultava nuovamente pericolante. Con tutta probabilità, e si nota dalla differente tecnica costruttiva, fu ricostruita la facciata e parte del fianco sud; la facciata nord fu completamente distrutta vuoi anche per i continui straripamenti del Po che allora era nelle strette vicinanze. Alla metà dell'Ottocento assunse l'aspetto che tuttora possiamo vedere, mentre all'interno furono completamente coperti con intonaco gli affreschi antichi. In origine le pareti erano arricchite da numerose decorazioni di cui rimangono gli affreschi della navata: quello della Madonna e il Bambino e San Giovanni Battista della metà del secolo XV, che venne liberato dallo scialbo già ai tempi del parroco Antonio del Mastro nel 1875, e l'altro raffigurante la Madonna in trono. Sulla parete absidale, al di sotto del semicatino è ancora possibile leggere i dipinti che rappresentano san Pietro, san Paolo, san Giovanni Battista e san Bernardo, che fiancheggiano la monofora centrale al di sopra del quale c'è un Cristo di pietà. Nel 1889 la chiesa divenne monumento nazionale e Alfredo d'Andrade realizzò rilievi e disegni preparatori per eseguire alcune opere sostanziali come la costruzioni di nuove capriate del tetto e il rifacimento del coronamento del fianco nord:  anche se alcune parti sono andate distrutte e i lavori realizzati hanno trasformato l'impianto originale- ora a navataunica- l'edificio suscita interesse per le sue peculiarità costruttive e decorative che ritroviamo come elementi essenziali dell'architettura romanica. Di particolare rilevanza è l'abside con muratura a fasce alterne in pietra e mattone e, nella parte superiore, il loggiato cieco con colonnine e capitelli che sorreggono archetti a tutto sesto; le monofore inserite all'interno del paramento murario; la zona inferiore della parete nord che incorpora archi a tutto sesto che poggiano su capitelliscolpiti; in prossimità dell'abside si evidenziano le tracce di un'altra abside con semicatino. Nel 1983, il Comune di Brusasco, con la Provincia di Torino, la Soprintendenza e l'Unione pro Brusasco organizzarono una mostra e un convegno mirato, attraverso un'indagine delle vicende storico-costruttive di un monumento così significativo, a salvaguardare questo reperto il cui valore travalica i confini del territorio in cui è collocato. Ma purtroppo al di là di quel momento non risulta che siano state eseguite opere rivolte alla sua conservazione e tantomeno valorizzazione.
Chiesa di San Pietro, Brusasco Chiesa di San Pietro, Brusasco
Continuando l'itinerario, possiamo ora soffermarci davanti a ciò che resta della storica Pieve di San Giovanni, nel territorio del comune di Monteu da Po. A questa presenza, visibile dalla provinciale per Torino, si arriva prima del bivio di entrata all'abitato, percorrendo una delle tante strade di campagna che portano al Po. La pieve di San Giovanni Battista, a seguito della visita pastorale del 1584 perse la sua funzione di parrocchia e di area cimiteriale e nel 1577 sono documentati i lavori per la   nuova parrocchiale di San Grato. Di tutto l’edificio rimane un muro diroccato, ed una targa a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che riportiamo in parte “ ...La presenza di un edificio usato collettivamente dalla popolazione favorì il mantenimento del nome, anche se mutato in Dustria, oppure Lustria, e limitato all’area in cui sorse la chiesa, lungo un’antica via di pellegrinaggio, dal Po verso i santuari pagani. Nel X secolo la pieve di Dustria dipendeva dalla diocesi di Vercelli; durante il basso Medioevo l’abitato si concentrò sul colle vicino, diede origine ad una nuova parrocchiale e diede origine a Monteu da Po. Gli scavi ottocenteschi, eseguiti nell’area circostante la struttura, portarono alla luce tombe, frammenti di ceramica e iscrizioni; un’altra tomba altomedioevale, priva di corredo, venne rinvenuta nel 1960. I resti murari attualmente visibili, sono ascrivibili a due fasi, la più recente delle quali è del XII secolo, e si inseriscono in un complesso di edifici religiosi, del Romanico Astigiano..........” Oggi per chi voglia visitare queste testimonianze non vi sono cartelli indicatori, per entrare a S.Pietro a Brusasco è necessario munirsi della chiave d’ingresso, che è in custodia presso il Municipio di Brusasco; per S.Giovanni a Monteu, inserito in un contesto ultimamente sistemato, il cartello è già un'erudita spiegazione per i turisti, peccato che a volte gli stessi non riescano a raggiungere e a conoscere un'altra pagina della storia e dell'arte della nostra regione.   Goccia a goccia: Stile romanico: dopo lo stile bizantino rappresentò quasi un ritorno alla semplicità dell'arte romana; si diffuse in Europa tra il X e gli inizi del XIII. Suoi caratteri principali: pianta a croce latina, pilastro sostituito alla colonna, arco a tutto sesto, finestre strette e oblunghe, portali a forte strombatura, decorazione con elementi fantastici e allegorici Abside: spazio di perimetro esterno semicircolare che chiude un corpo architettonico adibito a scopi religiosi. Nel romanico concludeva l'estremità delle navate. Semicatino: volta a forma di quarto di sfera che chiude l'abside di una chiesa. Arco a tutto sesto: forma a semicerchio della linea curva che s'imposta su sostegni (piedritti) Navata: area a sviluppo longitudinale di un edificio, delimitata da file di colonne o pilastri o muri. Capitello: parte superiore della colonna o pilastro; la sua forma è uno degli elementi che caratterizzano uno stile e l'epoca di un edificio. Monofore: finestra con vano formato da una sola apertura generalmente ad arco.   Bibliografia: Provincia di Torino, Unione Pro Brusasco, Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte, San Pietro di Brusasco, fotografia di un monumento, Brusasco, 1983 Provincia di Asti, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Le chiese romaniche delle campagne astigiane, Asti, 1991 C. Palmas, S. Inzerra, Strade e piazze porticate in Piemonte, Torino, 2002
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