Quand’era in vita non si muoveva foglia che lui non volesse. E anche adesso che è morto, Don Nicolino Averono, dall’aldilà, detta tutte le sue condizioni. Le ha scritte “nero su bianco” in un testamento che in molti hanno già avuto modo di leggere e vedere. Suspence. Rullo di tamburi. Un minuto di silenzio. Un’Ave Maria.... Un Padre Nostro .... Et voilà, l’unica frase che da queste parti, s’intende da Sbarro Valentino alla rotonda dei Torassi, si sarebbe voluta sentire pronunciare.... “Lascio tutto quel che ho accumulato ai miei beneamati cittadini di Castelrosso... O, se si preferisce, alla Parrocchia...”. Come dire: neanche un rublo alla Diocesi. Insomma: tutto qui. Ogni ben di Dio a quel gruppo di case che negli anni sono diventate un tutt’uno con Cristo, la casa di riposo, le scuole, la piscina, il campo da calcio. Tutto a quelle famiglie discendenti dai Berra e dai Santa che lo hanno tanto amato, anche quando le obbligò, obtorto collo, ad ascoltare la messa dall’altoparlande posizionato sul campanile. E parliamo di somme in titoli e denaro non proprio da capogiro ma quasi. Più o meno 500 mila euro, di più sì, di meno no. “Stiamo ancora facendo i conteggi - ammicca Don Giuseppe Boero di Verolengo che da quando Don Nicolino ha cominciato a stare male si è messo ad amministrare i vari Enti -. Dobbiamo pagare delle fatture, ma diciamo che questo è l’ordine di grandezza...”. Bene! La notizia è però un’altra e cioè che proprio per per assecondare le richieste della buonanima del Don, l’intero gruzzolo verrà spostato in una Fondazione di diritto canonico che in verità, stando a quel che abbiamo potuto appurare, non sono molto diverse dalle Fondazioni regolate dal “diritto italiano”. E così sia... Perchè a Castelrosso, cari noi e cari voi, sulle cose della Chiesa, anche grazie a quel Don, parroco e imprenditore, non s’è mai scherzato. Unico centro abitato al mondo in cui non esiste strada che non sia stata dedicata a un santo o via che anzichè in piazza dell’Assunta porti a Roma... Ci mancava qualche cosa dedicata a “lui” e ora c’è!
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