Niente paura, non sono ancora impazzito ma, leggendo dei libri in tempi diversi ho trovato questi due lemmi poco usati che trovo si abbinino bene, Inizio dalla seconda parola, strambotto, di origine provenzale, estrabot che deriva dal francese antico estribot. Pare che questo ultimo lemma derivi sempre dal latino popolare strambus, alterazione. di strabus, dal greco antico strabós, strabico, storto. Lo strambotto è allora, un componimento poetico di gusto popolare, un componimento breve, giusto una strofa. Venne in voga nella poesia d’arte tra il 15° e il 16° secolo. Ne composero nel Quattrocento Poliziano, Lorenzo il Magnifico, Serafino Aquilano, in seguito decadde, finché fu recuperato, nel secondo Ottocento, da poeti come G. Carducci e G. Pascoli. Nel linguaggio popolale era di solito una storiella amorosa o satirica e non aveva alte pretese liriche, mirando al semplice divertimento. Oggigiorno nell’era della globalizzazione significa uno sproposito dappoco. Insomma il politico fanfarone che cerca di intrattenermi con suoi strambotti, peccato perché se fosse un bambino fantasioso che vuole in ogni modo raccontarmi un suo nuova storiella lo liquiderei con uno strambotto garbato di complimento, ma per questi novelli epigoni, esiste un solo ed unico rimedio non dargli retta, specialmente sotto elezioni. Si avete letto bene, certi politici le chiamo epigoni, nel senso dispregiativo del termine, perchè sono dei seguaci ed imitatori di grandi idee, infatti epigono deriva dal greco epi, sopra, dopo e gonos, prole, quindi, nato dopo. Oggigiorno il manierismo e l'emulazione sono una facile lusinga. Le persone cercano la propria identità e il proprio posto nel mondo e la via dell'epigono diventa la regola e il distintivo, ma sono delle persone dai ragionamenti coartati. Coartare deriva dal latino artus, stretto. Queste persone pensano che bastino i loro fatui strambotti per comprimere, reprimere, schiacciare le idee altrui ed il sempre maggior malcontento su i quotidiani sprechi e sulle lusinghe di demagogiche soluzioni. Insomma svegliamoci dall’abbiocco** della ragione, dalla sonnolenza del sentire sempre i soliti strambotti e liberiamoci nell’animo dalla costrizione che ci rende sudditi e non cittadini Favria, corteseg@tiscali.it ** Il lemma abbiocco deriva dalla voce dialettale dell’ Italia centrale, in particolare modo laziale e marchigiana e riprende il dialettale abbioccàsse, diventare chioccia, covare le uova, da biocca, chioccia. Abbioccato in origine significava accoccolato, rannicchiato, ma ben presto, per estensione, colpito da sonnolenza, assopito, oppure depresso, avvilito. Un lemma recente, comparso a metà del Novecento. Favria, 25.06.2014 Giorgio Cortese
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