Mugnaie in rivolta sotto le rosse torri per l’ipotesi di far salire i bimbi sul cocchio dorato della Mugnaia. Sarà anche vero che fino a quando si resta nel campo delle “ipotesi” il problema ancora non si pone, ma è altrettanto vero che prevenire è meglio di curare. E allora? Allora ben vengano le alzate di scudi e i dibattiti a tutta pagina sui quotidiani nazionali. Ben vegnano le pruriginose “alzate di scudi” tra i sostenitori dell’una e dell’altra campana. Si salutino con orgoglio le grida “al rogo, al rogo” di tutti i proponenti, filistei di un Carnevale che va organizzato come da copione nelle mani dei cultori, per il bene della città e delle sue radici... C’è però anche dell’altro su cui discutere, se solo si volesse essere un po’ più seri. Noi ve lo racconteremo. Capita infatti che nel sottobosco di una manifestazione tutta frizzi e lazzi ci sia anche il problema di fare quadrare i conti. Un argomento da far accaponare la pelle e da non far dormire la notte persino il sindaco Carlo Della Pepa. Figurarsi che una mattina s’è addirittura svegliato pensando di avere trovato la soluzione e poi a giornali unificati ha tirato fuori quella ricetta dei due euro per ogni famiglia (che messi insieme farebbero 20 mila euro) definendoli indispensabili a compensare le minori entrate dagli sponsor. Venti mila euro? Già! I numeri, questi numeri, han subito suggerito ai più un simpatico siparietto andato in scena qualche giorno prima in Fondazione. Ah, se solo Della Pepa lo avesse saputo... Sul tavolo due sponsor da 10 mila euro l’uno. Nientepopodimenochè un’illustrissima Banca e una eccellentissima Compagnia di Assicurazione. Peccato che se ne sia fatta carta straccia. A dire di “no”, con tutto il fiato che verosimilmente si può utilizzare intorno ad un tavolo, più di mezzo consiglio di amministrazione condotto in campo dalla battagliera Lilli Angela. “Siamo già a posto. Non occorrono altri soldi...” avrebbe sentenziato. Secondo altri però si sarebbe lanciata ben più in là definendo le proposte “impresentabili” e in molti avrebbero subito appiccicato l’aggettivo addosso a chi s’era preso la briga di prendere i contatti e cioè Vincenzo Antonio Ceratti titolare dell’agenzia Unipol di via Circonvallazione, che sarà anche un “bravo” ragazzo ma è del Pdl e fa il tifo per Berlusconi... Questione politica? E come si potrebbe non pensarla in questo modo? Sulla vicenda evidentemente l’imbarazzo è grande, nel senso che in città ne parlano tutti ma non ha nulla da dire il diretto interessato, preoccupato di veder sfumare la recondita possibilità di sedersi un giorno in questo stesso cda che di fatto lo sta trattando come un appestato. A non metterla “in politica” peraltro sarebbe anche peggio. Vorrebbe infatti dire prestare il fianco a chi da sempre punto il dito sulla “casta” del Carnevale. Insomma. Si capisce lontano un miglio. Siamo senza parole, ancor più quando abbiamo appreso che sarebbe stato proprio il sindaco Carlo Della Pepa a chiedere una mano al povero Ceratti che sennò mica si sarebbe mosso, andando in giro per i quattro cantoni, con il cappello in mano...
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.