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Gv 19,30-23 Pentecoste

Gv 19,30-23  Pentecoste
Con la Pentecoste l’opera di Gesù è compiuta: appare risorto ai suoi e dona lo Spirito di Dio, così che possano diventare una cosa sola con il Padre e i Figlio.
Un evento di una portata indescrivibile che accade in una piccola stanza e nell’indifferenza generale del mondo.
D’altra parte come è possibile dare credito ad un Dio umanamente sconfitto, che si è visibilmente privato della sua potenza? Che aiuto può darci un Dio debole?
Così i discepoli sono chiusi in se stessi traumatizati e confusi: se il risorto non fosse apparso loro e  non avesse donato il suo Spirito non avrebbero mai potuto credere. Lo Spirito agisce nel segreto delle coscienze, per riprodurre in noi l’immagine di Gesù Cristo. Richiede l’adesione della nostra volontà, ma non è essa che opera il cambiameto. E’ Dio che nel suo Spirito ci fa figli nel Figlio.
Lo Spirito fa sì che la nostra ragionevolezza, le nostre abitudine esplodana: e il vangelo diventi una parola viva di vivta, una strada da percorrere nella gioia.
Chi capisce l’amore, chi ama veramente, in qualche modo vive la forza esplosiva dello Spirito.
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