Silvano Ferro, Giovanni Ponchia, Luca Rastaldo e Marco Frola
“Perché non portiamo l’Ikea a Montanaro? Potrebbe essere una soluzione per recuperare le ex cave Ronchi...”. L’idea l’ha buttata lì, tra le righe del dibattito con i quattro candidati a sindaco organizzato dal nostro giornale giovedì scorso a Cà Mescarlin. Di fronte ad una sala piena piena e di fianco agli altre tre avversari alle elezioni amministrative del 25 maggio, Giovanni Ponchia, candidato alla carica di sindaco per “Salviamo Montanaro!”, l’ha detto chiaro e tondo: “Qualche tempo fa c’è stato un interesse dell’Ikea, che cercava un’area nuova per un altro insediamento oltre a quello di Torino, per insediarsi in un’area nei pressi della Zps, facilmente raggiungibile dall’autostrada Torino-Milano. Potrebbe essere un bel modo per restituire alla collettività la zona...”. L’ipotesi, senza dubbio suggestiva, l’ha addirittura messa nero su bianco nel programma elettorale della sua lista civica. Ed ha, com’era facile prevedere, suscitato l’interesse di tutti gli intervenuti alla serata di giovedì, compresi il sindaco uscente Marco Frola, candidato per “Uniti per il Cambiamento”, Luca Rastaldo della lista “Democratici per Montanaro” e Silvano Ferro di “Montanaro Domani”. “Ma se anche fosse vero che l’Ikea potrebbe essere davvero interessata alla nostra città, come pensi si potrebbero coniugare gli aspetti amministrativi con quelli relativi alla tutela dell'ambiente?”, ha chiesto Frola rivolgendosi all’ingegnere candidato sindaco e fautore del chiacchieratissimo progetto “Bacino Azzurro”. “Ikea è un’azienda nota in tutto il mondo per la sua politica che da sempre promuove la sostenibilità ed il rispetto per l'ambiente... - ha ribattuto Ponchia -.Oltre ad un recupero di alcune aree di Montanaro, che potrebbero essere destinate a verde pubblico, la sua presenza potrebbe senz’altro aumentare l’offerta di posti di lavoro. Se riuscissimo a riprendere quell’intenzione dell’Ikea e a trasformarla in realtà, l’intero territorio ne beneficerebbe con quasi duecento posti di lavoro in più...”. Durante l’incontro di giovedì sera, tra i vari argomenti, s’è anche parlato dell’emergenza idrica che la scorsa settimana ha quasi messo in ginocchio il paese. Emergenza scaturita da una rottura in più punti della condotta principale dell’acquedotto. Ad innescare gli animi, una domanda di Silvano Ferro al sindaco uscente Frola: “Sindaco, ci rassicuri: ho sentito dire che per l’emergenza e per continuare a garantire l’approvvigionamento degli edifici pubblici del paese, avete attinto l’acqua da un pozzo dei Pogliani per cui ci sarebbe un’ordinanza, la numero 685/12 del Comune di Chivasso, che ne vieta l’utilizzo perché inquinata...”. Secca la replica di Frola: “L'acqua immessa nel nostro acquedotto e presa dal pozzo sito in Strada Pogliani è potabile, come attestano le analisi effettuate da Smat nei giorni dal 10 al 13 maggio. Inoltre, il pozzo non è oggetto di alcuna ordinanza del Comune di Chivasso. L'ordinanza numero 685/12 vieta temporaneamente l'uso a scopo idropotabile di alcune falde. Che non sono le nostre. Si tratta di pozzi privati che si trovano nelle vicinanze della discarica di Chivasso sul lato della statale Chivasso- Caluso. Pozzi che si trovano ad almeno due chilometri di distanza dal pozzo dei Pogliani...”.
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