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IVREA. Gramellini: "Lunga vita a Pescarin"

IVREA. Gramellini: "Lunga vita a Pescarin"

gramellini

Non a tutti capita di essere citati da un giornale. Meno ancora sono coloro che finiscono sulla prima pagina di un quotidiano nazionale. Pochissimi quelli di cui parla Massimo Gramellini, uno tra i giornalisti più conosciuti d’Italia e - da qualche tempo - volto noto al grande pubblico televisivo grazie alle sue comparsate da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” su Rai 3. Bene! Venerdì scorso, sotto i riflettori della rubrica “Buongiorno”, da lui curata sulla prima pagina del quotidiano La Stampa, ci è finito, niente meno che l’ingegnere Ivan Pescarin, presidente dell’Aeg, la potente cooperativa dell’energia e del gas di Ivrea. “Giunto al dodicesimo anno di mandato e al settantanovesimo di età - scrive e ironizza Gramellini - si è chiesto se fosse il caso di cedere il passo alle nuove leve. E si è risposto di no. La forza fisica c’è, la voglia pure. Quanto all’esperienza, il suo punto debole, non può che crescere con il numero delle primavere. Perciò lo statuto in via di approvazione prevede che il presidente della società possa continuare a presiedere fino a novant’anni. A quel punto si vedrà: perché mettere limiti alla Provvidenza? Accontentiamoci di averli messi alla Previdenza...”. E poi l’affondo... “La novità è stata criticata da una parte minoritaria del consiglio di amministrazione. C’era da immaginarselo: i settantenni mordono il freno, avanzano pretese. Portate pazienza, ragazzi, arriverà anche il vostro turno. L’importante è la salute: conservarla, intendo, in attesa del tempo delle responsabilità, che con il prolungamento dell’età media potrebbe slittare per voi al secondo secolo di vita. Rimane intatto il dramma dell’adolescenza, la fase esistenziale più difficile, che ormai si estende dai sedici ai sessant’anni ed è contraddistinta da sbalzi d’umore, amori infelici, lavori precari. Sarà invece risolto a breve il problema del ricambio generazionale. Nel giorno del suo centocinquantesimo compleanno, ritenendo esaurito il suo mandato, l’ingegnere Ivan Pescarin accetterà con un sospiro la presidenza onoraria....” Insomma, la notizia di questa settimana è proprio questa. Da oggi in avanti, nessun limite di età per il cda dell’Aeg che è una delle più grandi cooperative d’Italia e tra le più importanti aziende del Canavese, con i suoi 23 mila soci e un fatturato che supera i 200 milioni di euro, la grossa parte derivante dalla vendita di energia elettrica, cui si aggiunge la tradizionale vendita e distribuzione del gas, a Ivrea e a Saluggia. Le polemiche (non è una novità per l’Aeg) non si faranno attendere. Anzi, a dirla tutta, sono già cominciate. Perchè Pescarin, 79 anni suonati, guida la società ininterrotamente dal 2002 ad oggi e soprattutto perchè la cooperativa, nata nel lontano 1901, continua ad espandersi in tutte le direzioni e presto, con la riforma del mercato dell’energia, potrebbe ritrovarsi proprietaria della rete di disribuzione del gas di tutto l’eporediese. Il condizionale è d’obbligo non foss’altro che deve prima partecipare al bando e c’è come concorrente l’Eni.  Ad oggi gli scenari possibili sembrano essere solo due. Il primo è che Aeg vinca e si ritrovi a dover tirare fuori svariate decine di milioni di euro (chissà se se lo può permettere) per acquistare le tubature di circa 80 comuni. La seconda è che lo perda e a questo punto entrebbero in cassa dei soldi (anche in questo caso tantissimi) per la vendita della rete di Ivrea. In entrambe le situazioni c’è chi vorrebbe vederci più chiaro o seguire più da vicino ogni operazione. Se ne è parlato anche in consiglio comunale, in seguito alla decisione dell’Amministrazione Comunale di gestire la gara per la vendita della rete di distribuzione (che avrebbe anche potuto non fare lasciando per esempio il compito alla Provincia di Torino) e in contemporanea di vendere la propria quota di partecipazione in AEG, come se questo bastasse ad escludere ogni genere di interesse diretto. Che è un bel da dire, considerando che AEG in città è tutto e il contrario di tutto, soprattutto è lo sponsor di decine di manifestazione culturali o meno poco importa. “La verità è che è già tutto scritto - sostiene il consigliere comunale Alberto Tognoli - Aeg perderà la gara e venderà le tubature del gas a Eni. E così il Partito Democratico che con Pescarin governa la cooperativa, avrà un sacco di soldi da gestire per continuare a fare clientelismo...”. In verità, capire che cosa pensa il consiglio di amministrazione non è facile. “La maggioranza del cda ha dato ampi poteri al Presidente che può fare praticamente tutto quel che vuole senza riunire mai gli altri componenti...” commenta Francesco De Giacomi capo della protesta. Quindi? “Quindi - contina De Giacomi - Dobbiamo evitare che gli amministratori siano eleggibili senza vincoli di età e senza vincoli di numero di mandati e che questo valga anche per il collegio sindacale in spregio al buon senso e alle raccomandazioni della Lega delle Cooperative e della Consob. Soprattutto deve essere possibile il controllo ...”. E tutto questo De Giacomi lo diceva venerdì, il giorno prima di un’assemblea che avrebbe deciso, tutto quel che c’era da decidere, come da copione...    

La email “guastafesta"

Cari soci della cooperativa, sabato 17 maggio pomeriggio siete stati convocati per importanti decisioni strategiche e vi invitiamo a partecipare per sentire di persona le posizioni del cda e delle minoranze. Il primo punto che colpisce dalla lettura del bilancio 2013 è il sostanziale cambiamento della natura della nostra cooperativa, attuato senza una chiara approvazione da parte dei soci. Infatti la piccola cooperativa di consumatori di gas si è trasformata in questi anni in un' impresa molto diversa per dimensioni e per tipo di clientela, tanto da aver perso la qualifica di mutualità prevalente, dato che solo il 40% dei ricavi è rivolto verso i soci. Tale % sembra destinata a diminuire ancora per effetto di partecipazioni a gare nazionali o regionali di fornitura di gas o ee o di fornitura a grandi clienti privati Le dimensioni poi sono esplose fino a raggiungere quasi 200 milioni di euro di ricavi, destinati al raddoppio nel 2014 da quello che si legge dalla relazione del cda. La complessità è poi destinata a crescere ancora se la nostra cooperativa parteciperà alla gara di affidamento delle reti gas dell'ambito TO5, con un esborso (sembra ) di 40 milioni di euro in caso di vittoria oppure con un incasso di 40 milioni di euro (sembra ) in caso di sconfitta. La decisione se partecipare o meno alla gara dovrà essere riesaminata a fondo nell'assemblea di sabato per valutare bene i costi/benefici e chiederemo al cda di spiegare ancora una volta i motivi della proposta di partecipare alla gara. Da notare tuttavia che la maggiore complessità e quindi maggiore rischiosità non hanno fatto aumentare per niente lo sconto e ristorno sui consumi dei soci, rimasto fermo a 1.200.000 euro dal 2010, e neppure gli importi di sponsorizzazioni ecc a favore del territorio, limitati al 10% del beneficio ai soci. Nasce una domanda quasi ingenua: quale è lo scopo di questa caccia alle dimensioni? La maggiore complessità non trova poi riscontro neppure nel nuovo statuto che sarà esaminato sabato e in particolare nella struttura decisionale della cooperativa. Con un decisione veramente sorprendente e fuori dai tempi, il cda proporrà ai soci che gli amministratori siano eleggibili senza vincoli di età e senza vincoli di numero di mandati e questo anche per il collegio sindacale, in spregio ad ogni raccomandazione della Lega delle Cooperative e della CONSOB oltre che del buon senso. Ci troveremmmo quindi di fronte al paradosso di una impresa sempre più complessa i cui amministratori e sindaci possono però restare in carica a lungo e fino a tardissima età, con tutti i rischi facilmente intuibili, mentre il controllo da parte dei singoli soci o delle minoranze continua ad essere impraticabile di fatto per vari motivi che saranno esposti nell'assemblea dai dissenzienti, La nostra controproposta è che amministratori e sindaci non possano superare i 70 anni di età e possano restare in carica per un massimo di tre mandati anche non consecutivi. Conclusione: siamo soci di una cooperativa che lavora per i soci, oppure di una grande spa di fatto, con vertice potentissimo e eterno e con il grande vantaggio di avere 23.000 soci (dei quali solo 500 vengono in assemblea) che contano poco e a quali vengono dati pochi sconti e niente dividendo?

Leo Davoli,

Francesco De Giacomi,

Daniele Vitali

 
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