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12 Maggio 2014 - 22:10
Libertà è partecipazione, cantava Giorgio Gaber nei primi mesi del 1973. Ma, nel mondo della scuola, in quegli anni di partecipazione ce n'era assai poca. L’istruzione pubblica poggiava infatti sulla “più fascista delle riforme”, elaborata dal filosofo Giovanni Gentile nei primi anni del regime. Alcuni successivi provvedimenti di carattere legislativo innovarono in parte il sistema di istruzione (l’istituzione della scuola media unica con la Legge n. 1859/1962, la nascita della scuola materna statale con la Legge n. 444/1968), ma di gestione partecipata non si parlava: il Capo di Istituto si occupava della direzione, un Consiglio dei Professori dettava norme in materia di organizzazione didattica.
Il Sessantotto, seppur nato nel mondo dell’Università come opposizione al Disegno di Legge n. 2314 che prevedeva la riforma del sistema, si estese rapidamente nel mondo della scuola superiore e il dibattito che si sollevò segnalò la necessità di una più ampia gestione, democratica e condivisa. Sotto questa spinta, fu promulgata la Legge n. 477/1973, che delegava il Governo, guidato da Mariano Rumor mentre il Ministro della Pubblica istruzione era Franco Maria Malfatti, ad emanare norme sulla scuola. Fissata la scadenza della delega al 30 giugno 1975, furono emanati sei Decreti del Presidente della Repubblica in data 31 maggio 1974. Questi provvedimenti ancora oggi sono ricordati come i “Decreti delegati”.
La rilettura dell’articolo 1 del D.P.R. 416/1975 fa comprendere lo spirito dell’iniziativa di legge: Al fine di realizzare […] la partecipazione della gestione della scuola dando ad essa il carattere di una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica, sono istituiti, a livello di circolo, di istituto, distrettuale, provinciale e nazionale, gli organi collegiali. Da quel momento, un Consiglio di Circolo (per le scuole materne ed elementari) o di Istituto (per le scuole medie e superiori), costituito dal Capo di istituto ma anche da membri eletti tra i docenti, i genitori e gli alunni (solo negli istituti superiori) delibera per quanto concerne l'organizzazione e la programmazione della vita e dell'attività della scuola, ovvero in merito ai regolamenti interni, agli acquisti, all’uso di attrezzature didattiche e sportive, al calendario scolastico, all’organizzazione di attività extrascolastiche e parascolastiche, ai criteri generali sulla formazione delle classi, all'adattamento dell'orario delle lezioni e delle altre attività scolastiche, mentre la Giunta esecutiva, organo collegiale eletto nel suo seno, si occupa di predisporre i bilanci preventivo e consuntivo, oltre a programmare i lavori del Consiglio di circolo o di istituto.
Da quel momento, i Consigli di classe, presieduti dal Capo di istituto e costituiti dai docenti della classe ma anche da rappresentanti eletti di genitori e degli alunni (solo negli istituti superiori) hanno il compito di formulare al collegio dei docenti proposte in ordine all'azione educativa e didattica e ad iniziative di sperimentazione, oltre ad avere competenze di carattere disciplinare e di valutazione intermedia e finale (nella sola componente docenti).
Da quel momento il Collegio dei docenti, presieduto dal Capo di istituto e costituito da tutti i docenti in servizio nella scuola, ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto […], cura la programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali, ma ha anche il compito di valutare periodicamente l’andamento dell’azione didattica della scuola, al fine di verificarne l’efficacia e la ricaduta sull’utenza, si occupa dell’adozione dei libri di testo e nomina le figure che surrogano la presenza del capo di istituto, tra i quali spicca la figura del vicepreside.
Il D.P.R. n. 416/1074 istituì anche gli organi collegiali territoriali, che sono stati oggetto di riforma con il D.Lgs 233/1999. L’articolo 42, inoltre, garantisce la possibilità per gli studenti della scuola secondaria superiore ed artistica e i genitori degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado la possibilità di riunirsi in assemblea nei locali della scuola. In particolare, le assemblee studentesche nella scuola secondaria superiore e artistica costituiscono occasione di partecipazione democratica per l'approfondimento dei problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti.
I cinque Decreti delegati (uno fu respinto dalla Corte dei Conti e mai entrato in vigore) emanarono inoltre norme sullo stato giuridico del personale docente (il quale assume lo status di professionista che, al di là dell’azione trasmissiva di conoscenze, intraprende iniziative di aggiornamento, intesse rapporti con le famiglie e partecipa agli organi collegiali), direttivo ed ispettivo, del personale non docente e degli istitutori dei Convitti e degli Educandati femminili; previde la corresponsione del lavoro straordinario, e, tra le altre cose, istituì gli enti per la documentazione e l’aggiornamento. Fra questi, l’IRRSAE (Istituto regionale di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativo), con competenze in materia di aggiornamento del personale, in seguito denominato IRRE (Istituto regionale di ricerca educativa) e confluito nell’ANSAS (Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica); la BDP (Biblioteca di documentazione pedagogica), con competenze in materia di raccolta di materiali bibliografici e documentazione didattico-pedagogica, in seguito diventata INDIRE (Istituto nazionale di documentazione per l’innovazione e la ricerca educativa), poi anch’essa confluita nell’ANSAS; infine, il CEDE (Centro europeo per l’educazione) il quale, con Decreto Legislativo n. 258/1999 è stato trasformato in INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione), noto in quanto oggi si occupa di redigere i test che preoccupano molti studenti dei diversi ordini di scuola ma che, in situazione di autonomia scolastica, servono a fornire una valutazione del sistema di istruzione e formazione.
Sono passati 40 anni e i Decreti delegati sono in vigore tutt’oggi, essendo stati recepiti all’interno del Testo unico in materia di istruzione (Decreto Legislativo 297/1994). Nonostante vi siano stati numerosi tentativi di riforma, gli organi collegiali della scuola sono ancora gli stessi. Oggi, la partecipazione democratica e la gestione condivisa del sistema scolastico è diventata prassi amministrativa. E allora… cento di questi giorni, Decreti delegati!
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