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Benessere
01 Ottobre 2025 - 12:04
Sarà capitato a tutti di non riuscire a rinunciare al dessert, anche dopo un pasto abbondante… e, diciamolo, non c'è nulla di grave! Il cibo non è solo energia per il corpo ma anche un piacere.
Anch’io, in questo periodo d’inizio autunno, pur non essendo abituata a consumare dolci, avverto il bisogno, ogni tanto, di mangiarmi un quadratino di cioccolato fondente. Questo è normale, soprattutto nei cambi di stagione e, bisogna ricordarlo, per le donne, è spesso influito dall’azione ciclica degli ormoni: la nostra energia non è sempre la stessa e può capitare di avvertire delle necessità diverse, anche dal punto di vista nutrizionale.
Precisati questi aspetti, “il problema”, se così lo si vuole chiamare, non è l’eccezione ma quando si avverte abitualmente la necessità di concludere il pasto con un dolcetto: cioè quando, mangiarsi un biscotto o un cioccolatino, diventa un’abitudine.
Ma perché dovremmo considerarlo un problema e, soprattutto, perché lo facciamo?
Esistono molteplici variabili ma partirei dalla più semplice; il pasto che abbiamo appena consumato non è sufficientemente equilibrato, cioè non apporta, nelle giuste proporzioni, tutti i macro-nutrienti (carboidrati, proteine e grassi), quindi il nostro corpo necessita di un “integrazione”. Oppure è troppo sbilanciato verso i glucidi, comportando dei picchi glicemici che indurranno l’organismo a richiedere, dopo poco, altri zuccheri. L’esempio classico è il piatto di pasta in bianco condito con pochissimo olio; questo è un pasto decisamente sbilanciato, poche fibre, assenza di proteine ecc…
La prima cosa da fare quando avvertiamo sempre la voglia di dolce a fine pasto è, quindi, monitorare quello che abbiamo appena mangiato, ricordando che le fibre, i grassi e le proteine rallentano il rilascio di zuccheri nel sangue e favoriscono la sazietà.
Come ho detto, il cibo è anche piacere, quindi, può darsi che la voglia di dolce sia dovuta dal fatto che non siamo “appagati” dal pasto; cioè siamo sazi ma il palato non è soddisfatto. Pollo ai ferri, insalata e fetta di pane nutrizionalmente sono perfetti ma se io in per pranzo avrei voluto mangiarmi un piatto di pasta, probabilmente non sarò soddisfatta e ricercherò il dolce. Spesso etichettiamo gli alimenti come “giusti” o “sbagliati” e, può darsi, che per seguire un certo regime alimentare mi dimentichi di ascoltare il corpo. Anche un piatto di pasta può essere assolutamente equilibrato se bilanciato da verdure e pesce, per esempio.
Quindi, sto dando al mio corpo quello di cui ha voglia, oltre a quello di cui ha bisogno?
Altro aspetto da non sottovalutare è che, spesso, utilizziamo il dolce come un“premio”, una “coccola”, magari dopo una giornata particolarmente stressante. Se succede occasionalmente non c’è nulla di male, dovremmo invece attenzionarci quando il comportamento è ripetuto. Imparare a gestire la fame emotiva e lo stress diventa una necessità. Ricorrere ai dolci, quando siamo tristi o stanchi non è mai una buona idea. Certamente è il modo più semplice per il nostro corpo di “sedare” determinati stati d’animo ma sappiamo che il senso di colpa è in agguato. Come, sempre, ci torna in aiuto la nostra cara consapevolezza: osservare i nostri comportamenti, le emozioni e dare attenzione a questi aspetti può aiutarci sia dal punto di vista fisico che mentale. Sono fortemente convinta che la maggior parte delle persone (in salute) non abbia bisogno di una dieta ma di strumenti per la gestione dei bisogni fisici e mentali.
Detto ciò, ecco qualche consiglio per “monitorare” la tua voglia di dolce:
Come sempre, spero che questi consigli possano esservi d’aiuto e se vi interessa qualche suggerimento in più non esitate a contattarmi! Buona settimana!
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