Unirsi per reagire al declino, risparmiare e crescere. In tempi di revisione della spesa pubblica tagliare i costi è un “must”. E per evitare di diventare oggetto dei tagli, ma soprattutto per tornare a crescere in tempi di crisi economica, c’è chi si organizza. O almeno ci prova. E’ il caso del Forum Democratico “Tullio Lembo”, associazione culturale attiva nel Canavese, che ha lanciato un'iniziativa radicale ed innovativa: concentrare in un unico soggetto istituzionale ben 66 piccoli comuni dell'area del territorio dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea (Ami). Ne nascerebbe così una città di medie dimensioni: poco più di 100.000 abitanti dotata di un maggior peso “politico”. Un’area che andrebbe dalle montagne fino a Caluso, tanto per intenderci. Fino alle porte di Chivasso... L’idea avuta dal Forum Democratico “Tullio Lembo” assomiglia tanto ad un’analoga proposta che, un paio d’anni fa, un gruppo di chivassesi aveva iniziato a mettere sul piatto dei sindaci della zona. Ve li ricordate? Sono il professore del Liceo Isaac Newton Carlo Fontana e i componenti del movimento Identità Comune. All’epoca, ma la proposta è sempre attuale ed è consultabile sul sito internet www.identitacomune.it, avevano pensato ad una nuova e più razionale suddivisione del territorio italiano in non più di 500 comunità che rappresentino l’unico livello amministrativo locale. Ciascuna comunità, nelle idee di Fontana e compagnia, dovrebbe avere in media 120.000 abitanti e una superficie di 600 kmq ed eserciterebbe tutte le competenze oggi attribuite agli oltre 16.000 enti attuali (Comuni, Consorzi, Comunità montane, Aziende partecipate, Province, ecc... ecc...), ereditandone tutte le risorse finanziarie, tecniche e il personale dipendente. Il governo della comunità dovrebbe essere formato da un presidente, 8 assessori, 32 consiglieri. Le Regioni verrebbero ridotte di numero e svolgerebbero soprattutto funzioni di coordinamento delle comunità. Insomma, non solo una proposta antesignana rispetto a quella del Forum Democratico eporediese, ma addirittura una proposta ben più articolata ed argomentata. Se non che, mentre ad Ivrea il sindaco Carlo Della Pepa sembra aver preso a cuore l’ipotesi di una comunità eporediese, considerata anche la costituzione dell’area metropolitana che ridurrebbe, e di molto, la rappresentatività e il peso specifico delle comunità minori a scapito di Torino e delle grandi città dell’hinterland come, ad esempio Moncalieri, a Chivasso e nel chivassese in pochi hanno prestato orecchio ai suggerimenti di Fontana e compagnia. Non l’ha fatto il sindaco Libero Ciuffreda e non l’hanno fatto i suoi colleghi del chivassese, cui il progetto è stato presentato da Identità Comune. Peccato. Perché oggi sarebbe più che mai utile per non rischiare di ritrovarsi un territorio come il nostro - già svuotato di tutti i servizi come il tribunale, il giudice di pace, la camera di commercio, l’Inps, ecc... ecc.... - schiacciato e oppresso tra due mega realtà come la “Grande Torino” e la “Grande Ivrea”. Il tema della sopravvivenza del chivassese e dei suoi servizi, in queste settimane di piena campagna elettorale in molte realtà del chivassese, dovrebbe essere uno degli argomenti più importanti nei tanti Comuni intorno a Chivasso che vanno al voto il prossimo 25 maggio. I vari candidati sindaco dovrebbero avere ben chiaro il tipo di Comune che da qui ad un mese potrebbero amministrare: esautorato e schiacciato da Torino Città metropolitana da un lato e Ivrea Mega Comune dall’altra. Mai, come oggi, si sente infatti l’urgenza di un segnale politico da parte del sindaco capofila della zona: ci chiediamo, dunque, perché Ciuffreda non si fa leader e promotore di un’iniziativa di reazione per salvaguardare gli interessi del chivassese? Della Pepa di Ivrea l’iniziativa l’ha presa - muovendo da dietro le quinte il Forum Democratico del Canavese - e pensando di far arrivare il suo mega comune fino a Caluso. Se va in porto questa idea in contemporanea alla Torino metropolitana, i tanti piccoli comuni chivassesi richierebbero di essere spacciati... Prima che sia troppo tardi, non sarebbe forse il caso di riprendere in mano il progetto di Identità Comune?
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