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Benessere
10 Giugno 2025 - 09:23
Anche quest’anno è arrivato il mio compleanno e come sempre, per me, questo è un periodo di riflessione e di transizione… Si, perché un altro anno è passato ma anche per l’arrivo dell’estate che è un periodo di vacanza, da dedicare alle mie passioni (in primis la lettura).
Così parte tutta una serie di buoni propositi come coltivare interessi e fare nuove esperienze… ma una delle cose più importanti che mi dedico è trascorrere del tempo con me stessa.
Questo è fondamentale per la mia ricerca di “significato”. Il famoso “conosci te stesso” io l’ho sempre onorato perché è ciò che mi permette di riconoscere e talvolta definire i miei limiti e capire che cosa posso fare per superarli.
I limiti rappresentano da una parte il confine della nostra “zona di comfort”, dentro cui ci sentiamo protetti e a nostro agio, dall’altra un ostacolo da superare per allargare il territorio entro il quale ci sentiamo al sicuro. La consapevolezza dei nostri limiti non deve rappresentare una scusa per arrenderci davanti ad essi ma, piuttosto, dovremmo fare di essa un punto dal quale partire per cercare il modo di superarli.
Imparare ad amarsi significa, per me, abbracciare anche le proprie debolezze per migliorarsi.
Questo significa accogliere che non possiamo controllare tutto, ma solo quello che è sotto la nostra responsabilità, e che se conosciamo i nostri valori e le nostre qualità possiamo sempre migliorarci.
La vera magia che dobbiamo mettere in atto risiede nel trovare un equilibrio tra l’accettare ciò che non può essere cambiato e invece essere attivi rispetto a ciò che possiamo modificare. Nulla di nuovo se conosciamo la filosofia degli stoici che affermavano di “vivere secondo misura” e “secondo natura” che, per farla breve , significa conoscere i propri punti di forza e di debolezza per migliorarsi ma senza lasciarsi trascinare dall’ego, quindi con equilibrio e moderazione. Per essere ancora più chiari: se sono brava nel suonare la chitarra e istintivamente mi sento portata per questo (tutti noi abbiamo delle intuizioni su ciò che davvero è un nostro talento) non significa che io debba diventare Jimi Hendrix o lasciar tutto per andare a strimpellare in strada ma di perseguire sulla base delle mie possibilità e di farlo indipendentemente dal risultato finale.
Tutta questa ricerca, questo viaggio alla scoperta di “noi”, non può tralasciare un aspetto importantissimo: quello dell’autostima che è, sostanzialmente, un’esperienza soggettiva legata più a ciò che ciascuno sente e pensa a proposito di se stesso.
Secondo lo studioso Branden “La fiducia in se stessi e l’autostima sono da considerare come un aspetto plastico della personalità, un aspetto che può essere incrementato e che non è dato una volta per tutte e quindi non è né fissa né immutabile.”
Appare evidente che avere una buona autostima sia necessario affinché si possa realmente essere in grado di avvicinarsi alla “vita dei sogni”, con perseveranza, investendo le proprie energie e le proprie potenzialità.
Per concludere, una persona consapevole (e spesso felice) accoglie tutte le parti di sé, luci ed ombre, per adoperarle all’occorrenza e gestirle. D’altronde anche Schopenhauer disse “essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, è il passo fondamentale per essere padroni di se stessi”.
Come sempre, spero che questo contenuto possa interessarvi e nel caso vi chiedo di proporre nei commenti altre tematiche.
Buona settimana e a presto!
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