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Benessere

Meno è meglio!

Alcuni consigli su come migliorare il proprio stile di vita

Consumismo

“Less is more” è un aforisma diffusissimo in molti campi (architettura, design, fashion, lifestyle…) che sta ad indicare come la semplicità sia preferibile alla complessità e che, in molti casi, è meglio concentrarsi sull’essenziale.

Su questi concetti potremmo davvero sviluppare una filosofia di vita, basata sul necessario e sulle cose che realmente hanno significato per noi.

Intanto, partirei dall’alimentazione, infatti, quando vogliamo rimetterci in forma o praticare una dieta salutare è sicuramente meglio ridurre gli alimenti processati (come merendine, cibi pronti…) piuttosto che assumere integratori o, peggio ancora, medicine per favorire il dimagrimento o il miglioramento di alcuni sintomi.

Dal mio punto di vista, le scelte alimentari della quotidianità dovrebbero proprio basarsi sul principio dell’essenzialità: pochi ingredienti e genuini. 

Una dieta “pulita” è quella che si consiglia per depurare l’organismo e, quindi, particolarmente adatta in questo periodo dell’anno. 

Un esempio è quello di combinare, ad ogni pasto, i tre macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi) scegliendone uno per tipologia, senza mischiarli: Quindi se mangerò verdure (vitamine, fibre e sali minerali), uova (grassi e proteine) e riso (carboidrati) non aggiungerò formaggio o pane: il pasto è completo di per sé.

Qualche anno fa avevo letto un libro, che vi consiglio, (I cinque tibetani. L'antico segreto della fonte della giovinezza) dove, oltre a degli esercizi fisici da eseguire tutti i giorni, spiegava anche un tipo di dieta basata, appunto, sulla semplicità. Senza arrivare agli estremismi (come consumere solo una qualità di cibo per pasto), da questi consigli possiamo trarre numerosi spunti come: usare piccole quantità di grassi, evitare gli zuccheri aggiunti, consumare moderatamente la carne e masticare lentamente.

Sulla masticazione ho scritto un post che vi riporto in basso, nel caso vi interessi approfondire.

Tornando al concetto generale di “meno è meglio”, come ho detto, questo può applicarsi realmente a moltissimi ambiti della nostra vita: meglio poche relazioni, ma di qualità, meglio pochi oggetti, ma che ci piacciano, meglio pochi vestiti ma belli e durevoli… Il caos mediatico che ci circonda non sembra particolarmente favorevole a farci perseguire uno stile di vita improntato sulla sobrietà. Purtroppo è il nostro sistema economico, basato sul consumismo, che ha interessi nel farci provare continui (e spesso inutili) bisogni. Detto ciò, non siamo obbligati ad adeguarci a questa tendenza che ci porta ad essere “schiavi” dell’apparire, dell’avere piuttosto che dell’essere. Anzi, io mi rifiuto categoricamente di perseguire uno stile di vita improntato sui consumi quando so perfettamente che quello che mi serve e che mi fa stare bene non può essere comprato: l’amore, il tempo, la salute e le relazioni. Inoltre, l’economia del consumismo è totalmente contro natura, infatti, gli usuali prodotti “usa e getta”, sono rifiuti predestinati e basta studiare scienze in prima media per capire che in natura non esistono rifiuti! Credo che ciascuno di noi dovrebbe riflettere se tutto ciò che compra è necessario… se non sarebbe meglio “aggiustare” le cose che ci piacciono piuttosto che buttarle per poi ricomprarle.

Un buon modo per liberarsi da questi schemi indotti dalla società è la pratica del “non attaccamento”. Cosa intendo? Semplicemente ricordarsi che siamo di passaggio su questa Terra e non eterni come ci piace pensare, quindi circondarsi di “cose” è pressoché assurdo. Dare importanza alle nostre esperienze, evolverci come individui, promuovere comportamenti adeguati per il permanere della nostra specie (per esempio senza sommergerci di rifiuti) potrebbe essere già un buon inizio. Sembrano concetti banali ma davvero quanti di noi sono consapevoli di questa impermanenza? Non sarebbe meglio educare alla sobrietà? 

Credo che sia responsabilità di ciascuno di noi promuovere uno stile di vita alternativo, diciamo in controtendenza, che punti realmente al benessere delle persone. Capire alcuni meccanismi insiti in noi, come l’essere biologicamente più portati alla gratificazione immediata (come comprare un oggetto) rispetto che lavorare su di sé, per stare bene, andrebbe, a mio parere, insegnato a scuola.

Spero davvero che condividiate questi pensieri e che l’aforisma “meno è meglio” diventi una pratica concreta e non solo una bella frase.

Buona settimana e a presto!

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