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Benessere
02 Ottobre 2024 - 17:57
Scrivo questo post per farmi un pò di sana autoterapia perché le notizie dal mondo, in questi giorni, mi hanno particolarmente turbata, tanto da lasciarmi una sensazione di paura. Credo di non essere la sola ad aver avvertito qualche malessere per ciò che ci circonda, quindi ho deciso di condividere con voi alcune riflessioni e pratiche che mi hanno fatto star bene (pur non essendo psicologa ecc), mi hanno “ricentrata”. Premetto di non essere una persona particolarmente sensibile ma normale, eppure può capitare di avvertire un certo disgusto per ciò che ci circonda.
Intanto, partiamo dal presupposto che siamo quotidianamente bombardati da brutte notizie, anche se non vorremmo sentirle. Perché?!? Perché giornali e telegiornali riportano per lo più tragedie? Semplice, o meglio, la psicologia insegna che il nostro cervello è atavicamente attratto dalle brutte notizie perché sono quelle, diciamo, “utili” per la sopravvivenza. I nostri antenati, infatti, vivevano in un mondo molto più pericoloso del nostro (occidentale) ed era più importante sapere se qualcuno era stato aggredito, per proteggersi, invece di conoscere altre informazioni. Quindi i giornalisti lo sanno benissimo: “la brutta notizia fa più notizia”. Cosa dovremmo fare?!? Rinchiuderci in una caverna non è la soluzione… bisogna sempre conoscere i fatti del mondo, magari sfruttando di più, come mezzo di informazione, il caro vecchio giornale, scegliendo ed approfondendo ciò che ci interessa, senza addentrarci nei dettagli morbosi riportati in alcune vicende.
Gestire la miriade di messaggi che riceviamo quotidianamente, senza farci travolgere, è davvero la sfida del nostro tempo! Io, solitamente, mi informo ascoltando al mattino il podcast di Internazionale, leggendo la Stampa o il Corriere, quando ho più tempo, e a volte ascoltando i notiziari alla radio. Sono sincera, non ho mai avuto una passione per la televisione anche se sono convinta che qualcosa di buono si possa trovare pure su quel media. Le notizie su Internet (quelle che non riguardano le testate giornalistiche), le considero più un intrattenimento e raramente un modo per informarmi.
Detto ciò, credo che sia fondamentale conoscere le notizie e farlo in modo consapevole.
Ritornando al malessere verso il mondo che ci circonda (qui non parlo di una vera e propria fobia) ma di una sensazione transitoria, io sono riuscita a liberarmene con la meditazione di consapevolezza. Questa pratica, chiamata in sanscrito Dhyāna, credo che sia uno dei più potenti strumenti di autoguarigione. Premetto che io pratico quasi quotidianamente dai 10 minuti alla mezz’ora e che ho cominciato non perché mi sentivo a disagio, ma per migliorare la mia condizione di benessere psicofisico. Quindi, sconsiglio vivamente di intraprendere la pratica della meditazione se si soffre di ansia o qualsiasi altro malessere mentre, in condizione di salute psicofisica, svolgerla quotidianamente può essere poi d’aiuto nelle circostanze in cui si ha bisogno di uno strumento efficace per superare le difficoltà. Meditare è tanto facile a parole quanto difficilissimo nella pratica, perché consiste nello stare “nel presente” lasciando fluire i pensieri senza giudizio e senza attaccamento.
Ecco una semplice guida per provare ad eseguirla:
Siediti comodamente, con la schiena dritta (a terra o su una sedia è indifferente, ma non stare accasciato) e gli occhi chiusi. Porta l'attenzione al respiro, ai movimenti del tuo corpo e all'aria che entra e esce. Lasciar fluire la mente giudicante. Guarda i pensieri andare con gentilezza e accettazione, senza attaccarti ad essi. Resta per tutto il tempo necessario, dopodiché riporta l’attenzione sul respiro, riapri gli occhi e torna dolcemente nella realtà circostante. Inizialmente anche solo 5 minuti possono bastare. Sembra semplice ma vi assicuro che non lo è!
Se volete approfondire l’argomento vi consiglio di leggere le indicazioni dello pisolo Gennaro Romagnoli su Psinel.
I benefici sono immensi, in primis quello di comprendere concretamente che “non siamo i nostri pensieri” ma molto di più, noi siamo il “testimone”, l’anima o chiamatela come volete, che è attraversata da pensieri che non sono i “nostri” ma nella maggior parte dei casi sono indotti dalla società, dalla famiglia e dagli schemi del passato.
Ho voluto condividere con voi quest’esperienza perché credo che non sia una moda ma realmente una pratica che può aiutare chiunque e dovunque a stare bene.
Per finire questo lunghissimo articolo, la mia conclusione allo sconforto dovuto dai “fatti di cronaca” è che, per quanto mi riguarda, il “mondo potrà fare schifo” ma, nella vita di tutti i giorni, ciascuno di noi può fare del suo meglio per portare “luce”, amore, gentilezza e bellezza nella propria vita e in quella delle persone che lo circondano.
Sembrerà poco, ma non lo è!
Buona settimana e a presto...
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