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Curiosità

Quella strana tradizione dello champagne per festeggiare una vittoria

La storia del primo pilota che prese in mano una bottiglia per celebrare il gradino più alto del podio

Dan Gurney sul podio della 24h di Le Mans del 1967

Dan Gurney sul podio della 24h di Le Mans del 1967

Chi segue il Motorsport lo sa: il momento più emozionante per un pilota è quando sale sul podio. Significa essere arrivato tra i migliori tre di tutto lo schieramento. E quindi si agita la bottiglia, e giù a festeggiare a suon di spruzzi di champagne. Ma come è nata questa tradizione? Semplicemente, per caso.  

Il protagonista di questa storia è Dan Gurney. Un nome che potrebbe non dire nulla agli appassionati occasionali di Motorsport, oppure ai più giovani. In realtà è da considerare come un eroe della propria epoca. Un pilota che pur vincendo poco ha dato tanto al mondo delle corse automobilistiche, lasciando un segno indelebile. Senza entrare troppo nei dettagli, è stato in grado di fondare quasi dal nulla una squadra di Formula 1, riempire con le proprie auto quasi una griglia intera alla 500 miglia di Indianapolis e istituire la Federazione che per decenni gestirà il maggior campionato americano dedicato alle monoposto. Ed è stato un grande innovatore. Non solo in campo tecnico e della sicurezza in pista, ma anche dei festeggiamenti.

Dan Gurney

Dan Gurney è da considerarsi un eroe della propria epoca

Siamo nel 1967, e a Le Mans si corre la famosa 24 ore. Una corsa alla quale qualsiasi pilota sogna anche solo di partecipare, a prescindere dal risultato finale. In quell’anno c’è anche Dan Gurney, in coppia con una leggenda del Motorsport a stelle e strisce: A.J. Foyt. I due si alterneranno al volante della straordinaria Ford GT40 del team “Shelby-American”. Ovviamente, i due non sono i “piloti qualsiasi” che si accontentano di essere li a fare numero. Vogliono vincere. Esattamente come la Ford, determinata a sconfiggere la Ferrari nella corsa più prestigiosa d’Europa, e all’epoca forse del mondo intero. 

La Ford GT40 di Dan Gurney e A.J. Foyt

La Ford GT40

Ma ancora prima di iniziare, Dan si trova a fare i conti con un grosso problema: l’abitacolo della GT40 è troppo basso per lui. Con il casco indossato, tocca contro il tetto dell’auto. Anche se si parla di un’era in cui nelle corse era quasi tutto concesso, correre senza casco non era un’opzione percorribile. I tecnici devono quindi correre ai ripari, realizzando un rialzo a forma di bolla sul tetto della GT40, in modo che il casco di Gurney potesse comodamente alloggiarci. Una modifica che negli anni diventa nota come “Gurney Bubble”. Ancora oggi, la “Bolla di Gurney” è un optional installabile su tutti i modelli stradali di Ford GT40 e altre vetture sportive, tanto fece clamore all’epoca. 

Una Chevron B16 del 1969 dotata della "Gurney Bubble"

Una Chevron B16 del 1969 dodata della Gurney Bubble

Tornando alla gara, L’obiettivo è uno soltanto: vincere contro le Ferrari. Le Ford sono più veloci, e Gurney si porta presto in testa assieme a una vettura gemella. Il ritmo è altissimo. Quando entra in pista, anche Foyt spinge fortissimo. Rischia però di buttare la gara al vento, arrivando alla sosta quasi senza benzina per un errore dei box. La corsa è un vero massacro, tanto che in un solo incidente si ritirano ben 3 Ford. Ma non quella di Gurney e Foyt, che continuano a martellare, fino a trionfare con addirittura 4 giri di vantaggio sulla Ferrari.

Sul podio Dan è talmente felice che prende una bottiglia, la agita e spruzza champagne ovunque, innaffiando anche Carrol Shelby e mister Henry Ford in persona. Un gesto comune, che ogni pilota fa quando sale sul podio. Cosa c’è di strano?

Sul podio

Semplicemente, questa tradizione nasce proprio grazie a Dan Gurney. Fino a quel giorno, nessuno spruzzava lo champagne sul podio. E Dan ci prende gusto, replicando il gesto anche sul podio di SPA, in una storica vittoria al Gran Premio del Belgio di Formula 1. Da qui è nata un’usanza che ha letteralmente segnato la storia del Motorsport, diventando la tradizione più seguita nel mondo delle corse.

Tanti anni dopo, Dan Gurney spiegherà cosi quei momenti sul podio di Le Mans: “Ero così entusiasta che un gruppo di americani e Ford Motor Company avessero vinto questa magnifica gara! Quello che ho fatto è stato del tutto spontaneo. Non avevo idea che avrebbe dato inizio a una tradizione”

Cosa dire, se non un grande grazie a Dan, per aver regalato al mondo dei Motori un gesto ora tanto caro a tutti i piloti del mondo?

Se volete conoscere tutta la storia di questo fantastico pilota, è disponibile un video sul canale Youtube di Alberto Naska, realizzato sulla base di testi e ricerche dell’autore di questo articolo.

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