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Gv. 9, 1-41 Il cieco nato

Gv. 9, 1-41 Il cieco nato
Rubrica a cura di Fra’ Carlo Basili Il cieco nato è figura di chi, non credente, permette al Signore di agire in lui e di portarlo a credere. Il riconoscimento della povertà esistenziale è la condizione migliore per lasciarsi mettere in discussione e per aprirsi alla grazia di Dio. I Farisei, invece, che sono figura di un certo tipo di credente, sono indubbiamente uomini religiosi. Ma non avvertono la cnecessità di fondare la loro fede in Gesù. Anzi scelgono di rifugiarsi nell’osservanza minuziosa della pratica tradizionale. E attraverso di essa negano la santità di Gesù: uno che viola la legge del sabato non può venire da Dio e dunque è un peccatore! Così si condannano alla cecità assoluta. Una religione, anche la più santa, che non si converte di fronte alla novità di Gesù....; che si fossilizza in una controstoria fatta di automatismi devozionali e di atteggiamenti anti ecumenici verso il prossimo...; che guarda in cagnesco dall’alto in basso il proprio tempo e il mondo... rischia seriamente di minacciare il Gesù dei vangeli, e di chiudersi al Dio che lui rivela. Chi si dichiara cristiano e non si lascia illuminare da Gesù, dove va a prendersi un po’ di luce. pace e bene
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