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Letteratura

Mirabilia, la Masnada di Hellequin!

La caccia infernale

Mirabilia, la Masnada di Hellequin!

Medioevo

Mirabilia, la Masnada di Hellequin!

Mirabilia, il meraviglioso ha un retaggio antico e nell’Occidente medievale ha rappresentato un universo rovesciato: mondi di mostri, bestie e morti. 

La letteratura medievale dei mirabilia è particolarmente ricca di racconti relativi ad apparizioni di spiriti di persone defunte ai vivi e le apparizioni collettive dei morti che entrano in gran numero, sotto il nome  di Masnada di Hellequin a partire dall’ XI secolo.  La radice del nome, è di origine germanica: Hölle König (re dell'inferno), traslato in Helleking, poi in Harlequin, con chiara derivazione infernale, ma questa interpretazione "infernale" del nome è di chiara matrice cristiana. La credenza negli spiriti trae inoltre origine dal culto dei morti proprio del tessuto culturale precristiano, sia di matrice greco-romana che germanico-celtica.

Allora la Chiesa altomedievale si preoccupava molto della credenza secondo cui i morti possono tornare a visitare i vivi, in quanto incarnava una delle sopravvivenze del paganesimo e, a partire dal XI secolo, dimostrò una decisa volontà verso la cristianizzazione del residuo pagano del culto dei morti. Tra 1024 e 1033 Cluny istituì, in data 2 novembre, la festa dei Morti, strategicamente collocata il giorno successivo di Ognissanti. La celebrazione conobbe subito una grande fortuna e velocemente si impose in tutta la cristianità occidentale come il momento chiave della commemorazione liturgica dei morti. Il tema della minacciosa apparizione collettiva dei morti, prima della sua comparsa scritta nell’XI secolo, aveva avuto uno spazio pressoché assente nella letteratura precedente, pur trovando un antenato illustre nella Germania di Tacito, cui accenna parlando della popolazione Germani Harii, i quali combattendo di notte, con scudi e volti tinti di nero, assumevano agli occhi dello storiografo romano un aspetto spettrale. 

Poi Paolo il Diacono Storia dei Longobardi, riferisce che, nel V secolo, in occasione di un’epidemia di peste si sentì come il fragore di un esercito ad accompagnare il terribile flagello. Il più antico riferimento della masnada di Hellequin, si trova nella Historia ecclesiastica, scritta tra il 1123 ed il 1137 da Orderico Vitale, monaco anglo-normanno dell’abbazia di Saint-Évroult, che trascrisse l’apparizione dell’esercito dei morti ad un prete normanno di Saint-Aubin de Bonneval di nome Guachelmo. L’apparizione, narrata attraverso le parole dello stesso Guachelmo, ha luogo la notte del 1˚ gennaio 1091,  quando il prete, dopo aver udito suoni fragorosi come di una milizia in marcia, vide passare davanti a sé un esercito terrificante e composito, guidato da un gigante e formato da parsone recentemente morte, da lui personalmente conosciute, una folla di donne torturate a cavallo per i loro peccati, monaci neri e cavalieri. Vedendo questi ultimi Guachelmo comprese di trovarsi in presenza della familia Herlechini, di cui già aveva sentito parlare. Per poter dare prova di aver incontrato questo esercito infernale il prete decise di fermare uno dei cavalieri, ma l’armatura gli bruciò la mano e avrebbe rischiato di esser investito dalla furia violenta di questi se non fosse giunto un altro cavaliere in sua difesa, prontamente riconosciuto come il fratello del prete, il quale lo scongiurò di pregare per lui ed offrire elemosine e dire messe, in modo tale da accorciare il suo periodo di espiazione.

A seguito di questa apparizione Guachelmo si ammalò ma visse altri quindici anni, sufficienti a permettere ad Olderico Vitale di ascoltare questa testimonianza e a verificare con i propri occhi i segni indelebili delle bruciature riportate dal prete. Un chierico gallese Gualtiero, Walter, Map nomignolo dato dai Inglesi ai Gallesi. Gualtiero alla corte di Enrico II Plantageneto, nel De nugis curialium, 1182-1193) raccoglie numerose storie e mirabilia, in un’opera l’autore paragona la masnada di Hellequin, qui detta familia Herlethingi per scrivere un vero e proprio mito nelle origini celtiche della Gran Bretagna. In questo testo di Gualtiero  il nome di questa masnada viene infatti fatto  discendere da quello di Herla, il re dei Bretoni il quale aveva stretto un patto eterno con il re dei nani.

In questo racconto si capisce quanto sia pericoloso ai vivi, il rei Bretoni con i morti i nani. . Nella ingannatrice offerta di doni fatta dal re dei nani a Herla vi sono: cavalli, cani, falconi e tutto ciò che è necessario alla caccia a cavallo e con il falco, e un bulldog nell’originale latino canis sanguinaris traducibile nell’inglese bloodhound, per esprimere apposta, la spietatezza dell’animale. Il re dei nani, prima di congedare Herla e il suo seguito, proibisce loro di scendere da cavallo prima del bulldog recato in dono.  Quando Herla torna sulla terra scopra da un pastore che sono passati ormai due secoli dalla sua partenza ed adesso il paese è occupato dai Sassoni. Herla e i suoi saranno costretti a vagare in eterno perché il cane feroce non scenderà mai, condannadoli alla eterna cavalcata aerea. In questo racconto il re dei nani è un personaggio soprannaturale, che viene da un mondo diverso da quello degli uomini, lega al suo potere Herla con un falso patto, lo copre di doni che lo caratterizzano come cacciatore, conduttore della Caccia selvaggia, altra Mirabilia e lo trascina alla rovina.

Allora non esisteva la famiglia Addams, nata solo nel 1938, come striscia  di fumetti ideata da Charles Addams nel 1938, sulle pagine del New Yorker ma solo i  Mirabilia con preesistenze pagane sui morti ed il loro culto.

 

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