Il regno del nord, i Cazari! Tra i tanti popoli che hanno influenzato la vita degli antichi slavi, in quei territori che oggi sono parte dell’Ucraina e della Russia ci sono i Cazari. Un popolo che ha condiviso con gli slavi un periodo che va tra dal settimo al decimo secolo dopo Cristo, abitando in aree contigue e avendo con essi scambi e contatti, questi sono i cazari che rappresentano un caso del tutto peculiare nella storia europea con ripercussioni nella storia del Novecento. I cazari erano un popolo di origine turca, proveniente dall’Asia centrale e apparentato con i bulgari, di cui parlerò un’altra volta. L’origine del loro nome è controversa , la più plausibile il nome deriva dal verbo turco qaz- con il significato di girovagare, vagabondare, attività tipica delle popolazioni dell’Asia centrale che, a fronte dell’aridità dei suoli, erano costrette al nomadismo per nutrire gli armenti. Il turco moderno presenta, per lo stesso verbo, la radice kez-, che confermerebbe la bontà della teoria. Questa popolazione, secondo storici e archeologi, sarebbe una filiazione della dominazione Goturk dell’Asia centrale. Quello Goturk era un impero, basato su una confederazione di tribù, come quello unno, prima, e mongolo, dopo, stanziato nei territori lasciati liberi dagli unni migrati verso occidente. Sono noti come turchi celesti, devoti al tengrismo, religione sciamanica che fu anche dei mongoli, ricevettero missionari cristiani di fede eretica nestoriana che, come vedremo lle prossime puntate, tanta influenza ebbero sui mongoli di Gengis Khan. I cazari occuparono quindi uno spazio storico posto tra gli unni e mongoli, giungendo alle porte d’Europa nell’intervallo di tempo tra le due grandi invasioni, o migrazioni, di queste due popolazioni. Pare che la tribù che si spinse in Europa, quella detta Ashina, fosse una delle tante dell’impero Goturk, collassato a causa delle spinte centrifughe. Arrivati tra il Mar Caspio e il Mar Nero, si stanziarono occupando alcuni abitati unni e gettando le basi per il futuro stato, combattendo contro gli Avari, i protobulgari e gli slavi, ricavando un regno unificato, chiamato dai bizantini Regno del Nord, che andava dalla Crimea al Caspio, fino al Caucaso a sud. Questa espansione copre un periodo che va tra il 630 e il 700 d.C., dopo di che subentra un elemento di assoluta novità, i cazari si convertono in massa alla religione ebraica. Le cause e le modalità di questa conversione non sono chiare e vanno a toccare nel vivo l’identità etnica e culturale del popolo ebraico al punto che oggi esiste, in Israele, una diatriba storica accesa che ha, evidentemente, ricadute politiche sul moderno stato di Israele. Personalmente mi limito a dire che la conversione avviene tra l’ottavo e nono secolo d.C. questo viene confermato dal fatto che quando il principoe di Kiev, slavo , decise di convertirsi alla religione migliore, i cazari inviarono propri rabbini a disputare con imam e missionari bizantini al fine di guadagnare alla propria fede un potente vicino. Se avessero vinto loro oggi la Russia sarebbe ebraica e non cristiana ortodossa. La domanda che sorge spontanea è perché i cazari scelsero di convertirsi all’ebraismo e non alla religione cristiana o mussulmana? Per le stesse ragioni degli slavi che quando abbandonarono il paganesimo scelsero di convertirsi ad una religione monoteista. I cazari, tradizionalmente tolleranti, si trovavano pressati dall’impero bizantino, che continuamente inviava missionari in Cazaria, e dal califatto omayyade che a metà del settimo secolo arrivò fino al Caucaso. Il timore dei cazari di perdere la loro autonomia li spinse a scegliere una religione forte capace di tenere testa al cristianesimo ell’islam, la religione ebraica e poi la decisone di abbandonare il paganesimo era che il tengrismo era punitivo, in quanto prevedeva la morte del capo qualora questo avesse fallito nella sua missione militare in quanto “non più in grazia di Tengri”. I cazari sono venuti in contatto con gli ebrei a causa delle persecuzioni degli imperatori bizantini e la loro emigrazione nelle steppe del regno del nord. Secondo altre fonti, i cazari si convertirono all’ebraismo per il contatto avuto nel Caucaso con gli Johuro, popolazione di religione ebraica tutt’oggi esistente e residente tra le montagne del Caucaso. Noti per questo come “gli ebrei della montagna”, migrati fin lì dalla Persia, sarebbero stati gli Johuro a trasmettere l’ebraismo ai cazari. I cazari con la conquista della Crimea avrebbero sottomesso dei popoli di origine gota i gretungi. I gretungi, di origine scandinava, come tutte le popolazioni note sotto il nome di “goti”, sarebbero poi emigrati verso la Polonia, Lituania e la Germania avrebbe dato luogo alla peculiare cultura aschenazita, che si esprimerà con la lingua yiddish. Se questa teoria fosse confermata gli aschenaziti, è bene ricordarlo, rappresentano oggi l’80% della popolazione ebraica complessiva non sarebbero di radice semitica. Queste sono questioni troppo grandi, in cui teorie e contro teorie, tradizione e revisionismo, la fanno da padrone. Il margine di errore, in argomenti tanto complessi, è sensibile. Spero di avervi incuriosito nel parlare di questo popolo delle steppe, unico nella storia, si convertì all’ebraismo e di quanto quella conversione abbia ricadute ancora oggi. Una storia di grandi incroci su questo piccolo pianeta. Favria, 24.09.2022 Giorgio Cortese Buona giornata. Nella vita l’occhio per occhio serve solo a rendere il mondo cieco. Felice sabato.
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