Il lamassù apotropaico. I lamassù erano nell’Antica Mesopotamia delle statue imponenti di diversi metri che venivano poste vicino alle entrate o lungo i principali passaggi o corridoi degli altrettanto giganteschi e straordinari Palazzi assiri, per sorvegliarli e proteggerli da tutti gli spiriti maligni e malvagi che potevano portare il male a corte. Per questi antichi popoli le statue dei Lamassù riunivano in loro tutta la forza che si trovava in cielo e sulla terra e quindi avevano un grande potere soprannaturale. Se andiamo a guardarli con più attenzione notiamo che queste statue hanno un aspetto diciamo ibrido, nel senso che è un miscuglio in quanto hanno la testa e il volto umani con indosso un copricapo regale con delle corna, che sta ad indicare i poteri divini e un corpo di un animale a quattro zampe con degli artigli o degli zoccoli e con due grandi ali. Guardando le statue che potevano essere realizzate dopo un lungo lavoro su grandi massi di alabastro o di altro materiale come il gesso, vediamo la grande abilità degli antichi artisti mesopotamici nel realizzare tutte le decorazioni e i dettagli molto ricchi. Meravigliosi sono i vari dettagli sulla capigliatura, sui finimenti che cingono il corpo dell'animale o quelli delle ali. Una bella curiosità sui Lamassù è anche quella che avevano cinque zampe raffigurate in una determinata posizione. Questa era stata una grande idea degli artisti in modo da poter raffigurare le statue in due pose diverse, in base a come si osservavano. Infatti vediamo che il Lamassù visto frontale ha una posizione di arresto, ferma mentre se lo osserviamo di lato vediamo che è in movimento. Questo particolare effetto si ha grazie all'intuizione degli artisti di allineare perfettamente le due zampe anteriori in modo che di lato se ne veda una soltanto. I lamassù erano apotropaici, parola che significa che annulla o allontana influssi maligni. Il lemma deriva dal greco antico apotropaios che allontana, composto di apo da trepein allontanare. Le statue, amuleti e gesti apotropaici sono profondamente radicati in superstizioni, religioni e spiritualità di ogni cultura. Oggi le pernacchie o le linguacce come scongiuro contro la sfortuna o i ferri di cavallo messi a mo’ di corna, lo sputo per stornare il diavolo, il crocifisso per i vampiri, fino ad esorcismi più complessi -, così come anche pietre diverse diversamente foggiate, e piante ed erbe, per scacciare ora questo ora quel male; e poi maschere, teschi, animali o attrezzi simbolici posti sugli architravi, sulle pareti o davanti ad edifici per salvaguardarli da malocchi e disgrazie, dalla scopa inchiodata al muro dell’Italia contadina ai draghi del Feng Shui orientale, fino a grandi statue, dipinti o festeggiamenti benauguranti dedicati ai due sessi e alla fertilità, elemento apotropaico, questo, meno presente nelle culture cristiane ma che altrove riveste un ruolo da protagonista. Nel mondo letterario ha assunto il carattere di rito che che allontana il male, dunque esorcizzante. Si può intendere come suo sinonimo anche l'atto dello scongiurare, quali ad esempio i riti apotropaici che venivano riservati ai generali dell’Antica Roma in trionfo. Apotropaici erano lo scarabeo dell’Antico Egitto, i falli trovato negli scavi di Pompei e oggi le corna. Oppure la frase di scongiuro beneauguranti: “All’in bocca al lupo, la risposta è crepi il lupo. Favria, 31.05.2022 Giorgio Cortese Buona giornata. Da domani ecco il mese di giugno che si distende all’improvviso nel tempo, come un campo di papaveri. Felice martedì.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.