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Scoprire gli altarini….sub rosa!

Scoprire gli altarini….sub rosa!
Scoprire gli altarini….sub rosa! Oggi vi parlo di un modo di dire tra i più diffusi, uno di quelli che usiamo quotidianamente o quasi. Chi in un’epoca sospettosa come la nostra non è solito infatti dire “…scoprire gli altarini?” Un modo per sottolineare il venire a galla di verità che avremmo voluto tenere nascoste ma perché a tal proposito parlare di “altarini”. Questa espressione “scoprire gli altarini”, molto frequente nel nostro lessico, è spesso confusa con un altro modo di dire simile: "Scoprire un altare per ricoprirne un altro", equivalente in francese: "Découvrir St. Pierre pour couvrir St. Paul", dal significato di fare un debito per pagarne un altro, scoprire nel tentativo di nascondere una magagna, una colpa più grave o cercare di rimediare a un inconveniente senza risolvere il problema, che ha origine molto probabilmente dal fatto che abitualmente nelle chiese si abbellisce un altare a spese di un altro. Invece la locuzione scoprire gli altarini per Niccolò Tommaseo nel suo Dizionario della lingua italiana, 1865, lega l’espressione alla liturgia cattolica della settimana di Passione, quando nelle chiese gli altari, i tabernacoli e le immagini vengono coperte da panni viola. Per altri l’espressione significa il rivelare, manifestare cose che altri vorrebbero tenere nascoste come uno scheletro nell'armadio ha un'origine molto antica legata al simbolismo di segretezza della rosa. Alcuni fanno risalire questo simbolismo all'usanza di coronarsi di rose nei culti di Dionisio, dio dell'ebbrezza, perché si riteneva che avessero la virtù di calmare i bollori del vino e aiutassero gli ubriachi a non rivelare i loro segreti; altri a Cupido, dio dell'amore, che offrì la prima rosa al dio del silenzio Arpocrate che in cambio gli promise di non rivelare mai il segreto degli amanti. Più prosaicamente il simbolo della riservatezza la rosa lo deve alla sua forma a petali sovrapposti in modo concentrico raccolti intorno ad un bocciolo centrale che non si schiude mai del tutto, quasi uno scrigno inviolabile. Questo simbolismo fu assurto dalle società segrete, infatti, molte di esse hanno come emblema una rosa: i Templari, la massoneria, la Santa Vehme, la fraternità dei Rosacroce. L'antica usanza poi di porre un mazzo di rose dove il contenuto delle conversazioni doveva essere tenuto segreto ha dato origine al modo di dire: "découvrir le pot aux rose", cioè "scoprire gli altari o altarini". Una curiosità finale, gli antichi romani avevano l'abitudine di mettere una rosa sulla tovaglia per rammemorare ai convitati che tutto ciò che veniva detto durante i pasti doveva rimanere "sub rosa" sotto il sigillo del silenzio e della discrezione e rose a cinque petali racchiuse in un cerchio venivano scolpite con il medesimo significato nei confessionali e nelle decorazioni delle sale. Favria, 10.03.2022 Giorgio Cortese Buona giornata. Il futuro, binario su cui corre l'immaginazione, è lo spazio temporale dove si cimenta il nostro spirito creativo. Felice giovedì. Vivi con quelli che possono renderti migliore e che tu puoi rendere migliori. C’è un vantaggio reciproco, viva la vita se doni la vita. Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 25 MARZO 2022, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio
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